lunedì 2 gennaio 2012

Preghiera, perché?

Illusione d’essere artefice d’eventi
e a un tempo paura di subirli…
Apparenze fuggevoli, illusori diversivi…
Questa la mia vita e da sempre.
Tutto è labile, fuor l’angoscia!
Ma per il tuo dio parole più non so
efficaci, e la mia preghiera parlata
s’è fatta vana, ché delusa sempre è rimasta…
Così ora che ne ho necessità,
ché forte è la pena, la mimo muto,
rivolto verso l’oriente d’un sole, che tarda…
Ma c’è scampo in quest’abbandono fiducioso?
Non so, e forse recupero e salute
si son fatti davvero lontani…
e mi tenta questa disperazione
e il cuore m’agghiaccia,
ché sempre buio è qui
e alcuna stella s’accende in questo cielo.
Ma la speranza, pur rattrappita, non muore…
e, mistero, sento proprio essa già superamento,
forse affrancamento.
Sì, c’è un aprirsi ora e a un futuro,
chissà forse migliore, e il vissuto
un lontano prima pare…
e la paura che sempre l’accompagna,
e l’ombre sue che s’affoltano nell’anima,
pur vaniscono in un adesso, che più sereno pare.
E forse davvero non sono più sprovveduto,
inadeguato, solo…
C’è davvero per me il dio,
e lui fratello, padre, madre!
Sì, s’è fatta un po’ di luce
e tu, madre, sei questa luce!

 

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