lunedì 26 dicembre 2016

Incipit vita nova


Ho scritto qualche giorno fa per gli amici di “facebook”, A Berlino una nuova strage. Io mi chiedo dalla mia tenace ingenuità, Non è sicura illusione il credere di raggiungere il dio, il bene, operando il male? Non è forse esso la sua negazione e se lo si fa subire, la meta non viene negata? È , credo, la sola via del bene per la salute di ogni uomo, tanto contrastata dal male subìto, che santifica la speranza di vederlo! Quindi non per mezzo del male, ma è attraverso, nonostante il male che lo si raggiunge!
Ma mi bastano queste considerazioni sulla violenza, che fa scemare ogni fede nel solo dio di tutti e sopratutto bastano al dio, che sorveglia la mia, ché resti nonostante l'ottusità del vento di qui?

A volte non posso non chiedermi che trovi il dio in me che giustifichi la benevolenza sua nonostante la mia palese mediocrità nel bene vissuto, il desiderato tanto e il realizzato scarso, sì, il suo amore che sento pur c'è, immeritato visti gli insuccessi di una vita! Forse consiste nel farsi bastare la briciola di fede che sopravvive all'incredulità, tentazione di sempre, mai del tutto vinta, cui gli eventi di questa mia vita incerta, quando non accanita avversa, mi spingono. Perché è proprio dal dubbio che ricostruisco la speranza che tutto, il male perfino, che lasciarmi non vuole, abbia un senso, che chiamo dio, il dio di tutti. E io ne ho per lui? E se sì, che ne posso dire? Che cosa dà fondamento al mio piccolo precario amore? Sicuro lasciarmi bastare non il poco pensato dalla mia debole mente su lui, povere, insipienti le argomentazioni o forse fin troppo banali come quelle sopra riportate, ma tutto quello che i santi e gli atei, tutti come me disperati nell'ossessiva sua ricerca, hanno lasciato filtrare attraverso i secoli sulla verità sua. Mai aiuto alcuno avrò certo dagli indifferenti, che al loro atteggiamento sterile tanti in ogni epoca hanno guadagnato e in questa fin troppi, tutti quelli che stordirsi vogliono per non dover pensare. Così io niente altro ho da offrirgli che il poco bene tentato con rinnovato proposito, e le parole scarne, ripetitive della mia preghiera, gridata o muta in tanto buio, che non sta solo dentro, ma anche è fatta delle ombre delle cose tutte, e lui, credo, debba molto amarmi per lasciare gli basti. Ma qui continua il male con le assurdità sue. È sempre come opporre la propria voce, flebile per quanto gridata, al vento che ulula. Ma ben si stancherà o altrove sfogherà la residua sua rabbia e io continuerò a gridare. Chi avrà vinto? Ma i fatti di qui continueranno con la logica loro incomprensibile e io vi opporrò ancora il mio amore gridato. Illusione l'amore? Ma questa donna c'è e si lascia amare, e io le dico, vaghi gli occhi suoi, Sai tra le stelle c'è un posto chiamato Amore e lì incipit vita nova!

domenica 11 dicembre 2016

Il perché della fede


Devo a questa età proprio chiedermi il perché della mia fede? Forse davvero devo tentare. So di possedere un piccolo, o grande bene. Mi fa misurare gli eventi con un suo metro, o una bilancia, e ciò che ne leggo invita a un cauto ottimismo. E questo è già avere un privilegio, che per nulla esenta dalle comuni tribolazioni di qui, ma aiuta a superarle. Ecco, sicuro questo mio credere, forse un appena, forse un molto, mi dà come una certezza, che le numerose, dolorose sconfitte passate, da cui prego esentati quelli che amo, e le piccole, rare vittorie della mia vita tutta, superamento di difficoltà, intralci da cattiveria, e altro (troppo!), che vorrei gioie numerose per gli stessi, siano parte di un disegno divino, che ignoro nei dettagli, ma fiducioso, considero volto al bene non solo mio, ma comune agli uomini, tutti coinvolti! Ma è tutto? E se prego con insistenza, quasi ossessiva, per il bene di chi amo, non scade forse la fiducia che dico d'avere nella vita? È debolezza o ricchezza? Ecco, spero in una vita nell'oltre e vi vorrei felici quelli che qui non sono riuscito a proteggere dal male. E non sono pochi! Così le donne amate, tutte, e questa piccola, che s'ostina a spartire con me i pochi sorrisi e i molti motivi di lacrime, vorrei vedere in una umanità novella, tutta benigna e solidale, ridere, sì finalmente felici!

Con queste poche considerazioni non do certo esaustiva risposta alla domanda e dovrò ritentare, leggendo meglio il mio celato, certo di piccolo uomo, ma di uno che nel cuore vorrebbe ficcare quanti fratelli, e più ancora, ne possa contenere!