mercoledì 30 luglio 2014
Quando si resta senza amore
Forse solo smemorata è la nostra viltà, non ricorda, non vuole, ché creato ha le premesse che qui smarriti errassimo senza più amore. E vi rimaniamo senza scopo e il passato più non torna, quello delle scelte diverse e allettanti di fronte a più possibilità da vagliare, da apprezzare nella peculiarità e preziosità offerte, sì niente bussa più insistente al cuore per farsi aprire e per i tanti errori forse lungo la vita tutta, ora siamo come perduti. E talvolta alla desolazione è possibile compagno il male, non importa quale e come si manifesti, viene! E noi senza conforto alcuno ora siamo, né difesa efficace, soli! Un'esistenza che comunque brancola nel buio del dubbio, nell'ansia che divora, e di tutto sembra stanca, attediata, ché nulla s'attende o forse non più vuole, ché è senza più amore, senza più un amore, sì, interessi veri non ha, né desideri. Perché senza amore non più vera gioia è possibile, nulla se non sensazioni superficiali dalle cose che più non parlano il loro arcano linguaggio suadente direttamente al cuore avido, che primavera ora più non avverte e ai fiori e le altre cose belle che la seguono, più non si sofferma. Sì, alle stesse cose di sempre quelle che coloravano il nostro mondo o lo facevano canoro, più non risponde, sono come indifferenti, scialbe e mute ormai per esso, disilluso! No, nulla più torna, e dov'è la piccola, dolce amica che mille sospiri suggeriva, là nella giovinezza lontana e dove la preziosità delle poche parole sfuggite al suo cuore? E perché null'altro ricordiamo di quello che, nato da cuore innamorato, proromper voleva a farle carezza, e così raggiungerla e poi fermare il tempo a quella felicità? Perché esso non s'è fermato a un sorriso ricambiato, a uno sguardo anche solo furtivo, al nostro nome finalmente pronunciato con la dolcezza che ella sola donare poteva? Nulla, più nulla è rimasto e ci si sente come in un deserto su cui ormai foscheggia la morte. Quella dell'anima prima della fisica! Ma rimane un sogno, che ci sia chi la vincerà! La brucerà solo colui che è amore di per sé, e nella luce la muterà, per il piacere degli occhi ridonati e perché si inebrino delle cose ricreate i sensi novelli. E torneranno le care immagini perdute e recuperati ogni brivido e sospiro, e anche ogni silenzio d'attesa trepidante di gioia a due, di nuovo possibile, sì eccola, proprio lei, quella dei sogni, la occhi belli, tanto sospirati, e dice che svanire più non potrà! Dura la legge dell'amore nella vita andata, amore che talvolta si tocca appena e spesso sfugge o fugge, non saputo cogliere, come il vento fa. Sì il bene è sempre schernito o negato da quella realtà, spesso amara, e un piccolo bene può non più ritrovarsi accanto, smarrito, già trascorso perché irrecuperabile, disperso come fa goccia d'acqua in una polla... Ma ora è tutto diverso in questo luogo che amore ha creato o ricreato, qui la perfetta gioia, qui quella, pur smarrita, dovuta perdere, la gioia dei tanti sogni giovanili!
Sì ora, solo un sogno postumo, ché è la vita che si sta perdendo, forse degli ultimi attimi, un piccolo sogno di fronte al nulla imminente, ultimo fragile baluardo al buio che s'annuncia vincente, forse solo piccola luce residua negli occhi, solo un barlume, ma che è o fa un miracolo, la morte viene sì, ma nuocere non può anche con la paura! Detta la piccola luce una certezza, qualcuno viene solo per noi e la vincerà! E sorridiamo!Bella così pur la morte!
lunedì 28 luglio 2014
Se l'amore è illusione
sabato 26 luglio 2014
La testimonianza dell'amore
Tante occasioni di pianto, lacrime amare trattenute o no, ecco la vita di molti. La mia, la tua, dolce compagna! Poi, come dalla brulla nera terra nasce bianco un fiore, così fa amore, sboccia candido in cuore da cure e vanità assillato e insterilito, e fatto buio, triste. E per noi è accaduto … Ma svanisce il tempo e la gioia che amore accompagna con esso finire dovrà! E vorrei saperti dire, È stata la notte, è l’alba appena tutta la vita insieme vissuta, viene il giorno vibrante di gioia novella! Basterà crederci, avere fiducia … Ma quanta? tu saper vuoi! Tutta la possibile, ti rispondo! E intanto mi dico, Sono stato amato da questa donna anche con gelosia ombrosa, sì, tutto ho avuto dal suo cuore! La perderò o sarà con lei una gioia diversa, anche solo casta, vita nuova nel luogo del solo amore, dove il dio è? Perché se questo sarà, soltanto venir potrà da chi non sta per sé solo, ma per noi soprattutto, il dio di tutti, per tutti! Possibile, mi chiedo vero ci sia fuori del mondo? E mi rispondo, Già l’amore umano non è forse uno stare per un altro almeno, cioè non star per sé soltanto e quindi non egoismo? Ma basta questo perché il completo non egoismo, il dio, la generosità assoluta, sia di per sé? Allora ti dico, Noi abbiamo, con lo stare l’uno per l’altro, anticipato il paradiso del dio, però testimoniando non l’essere suo al di là delle cose del nostro mondo, ma il suo esserci, proprio tra le nostre bagatelle, sì, nei nostri cuori almeno! Ma non basta! A veder bene, l’amore limitato a chi ci ama è una forma d’egoismo, non può testimoniarlo! E allora? Qualcuno, è di questi giorni, ha avuto fiducia nell’essere del dio al di là delle umane miserie, congetture e saccenterie, fino all’eroismo. Una donna, scudo il suo povero amore, ha meritato, pur incinta!, per i più del suo paese cento frustate e ben altro ancora avrebbe dovuto patire fino a morirne! Noi, i mediocri dello spirito, mai arriveremmo a tanto e diciamo quasi a giustificare tanta nostra insuperabile debolezza, In fondo la vita è rischio di non senso!La nostra potrà essere solo una cauta scommessa sul bene che prevarrà! Salviamo così la dignità di uomini? Non credo, restiamo pusillanimi, non molto diversi da coloro che giustificano il totale disimpegno, temendo di esser fatti oggetto di scherno da menti superiori, tante!, per forse un solo vano lottare per una incerta causa, l’affermazione del bene appunto! Chiediamoci, Servirebbe davvero, qualora possibile, ragionare dello stare del dio fuori del mondo? No, solo un pratico operare è essenziale, occorrendo testimoniare la verità sul dio, non discuterla! Perciò questo atteggiamento tanto diffuso, in fondo un non compromettersi, sì, questo cautelarsi, questo far riserva, è soltanto non fede. Perché? Esso limita, arresta perfino, la generosità di quando tentiamo di estendere l’amore il più possibile, unica vera testimonianza della possibilità per il dio di essere fuori del cuore umano e perciò del mondo, e dettargli di amare tutti, i nemici perfino! In verità noi siamo in una perenne altalena tra il volere più e più ancora estender l’amore, e così somigliargli, e il rischio dell’incomprensione degli altri con paura di ridicolo. Ecco se l’amore teme il ridicolo è persa la scommessa, azzardata pur con tanta cautela da noi pusillanimi, ha già vinto il nulla!
mercoledì 2 luglio 2014
Lettera a un amore lontano
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