lunedì 26 febbraio 2018

Ampliare l'amore


La vita s’alimenta di tante cose, ma l’amore che può dare si ciberà d’altro amore soltanto e tutta languirà senza! È come se tutto sia preparatorio all’incontro con l’altro, il “tu” che non solo la nutra dell’essenziale, ma la riscaldi anche. E m’è cara ed espressiva l’immagine di chi in notte fredda bussi inascoltato a più porte, prima di quella del “tu” che l’accolga generoso, lampada accesa e focolare scoppiettante! Allora ecco alla fine l’amore da un “tu”, che invita alla vita ed è la vita! Perché le dà senso e la sostenta. Ma la vita, anche se confortevole s’è fatta, degna d’esser vissuta, per quel che qui duri, può aver bisogno di un più ancora. Che cosa? Non amore da ricevere, ma da donare e donandolo, meraviglia, avvertire il bene posseduto non diminuito, anzi come incrementato dal dono. È simile all’atteggiamento verso quel “tu” particolare col quale esiste sodalizio, condivisione, questo nuovo verso ogni altro, ma senza nulla attendere in contraccambio. È un bene proprio tutto nuovo, mi chiedo, o lo si è anche ricevuto prima di essere capaci di donarlo, e quando? Sicuro io sono stato accolto dal mio “tu”, questa piccola donna, mi è stata anticipata fiducia, prima che nascesse in lei quello speciale sentito che si chiama amore, suo desiderio di felicità per mezzo mio. Tutto è proprio accaduto come se qualcuno abbia reso recettivo questo soggetto, gli abbia messo nel cuore quel desiderio. Quel possibile “tu” s’è lasciato avvicinare e m’ha fatto parlare tanto, affinché un vero sentimento nascesse in entrambi e non una vaghezza. Ha avuto bisogno di conoscermi nella profondità dell’anima mia, molte cose intuite, ma altre da toccare, verificare! Ma poi s'è ampliato, un nuovo amore dall’amore! Sì suo superamento, ma ha fatto seguito all'iniziale, ne ha avuto bisogno come di una fonte cui attingere per nascere, crescere e poi aprirsi a tutti! Insomma l’amore umano, inizialmente limitato a un “tu” particolare, genera in apparente spontaneità quello nuovo, ma da chi è nato, è venuto, il primitivo? L'amore è stato inizialmente il desiderio di felicità con un “tu” particolare, ma poi s'è ampliato, perché ogni altro è divenuto a un tempo destinatario e datore di felicità. Ma quale la fonte di ogni possibile amore? Per me credente, ogni amore viene da chi è l'amore stesso, il dio, che per primo ci ama! Il nostro finisce col diventare amore imitativo dell'originale del dio, con noi stessi piccola fonte d'amore, perché tutto apparentemente avviene come se in noi sia la capacità dell'amore nuovo! In verità, il nuovo più ampio, che è simile a quello che ha lo stesso dio, che tutti ama, nasce sì dall'amore umano ristretto a un “tu” particolare, ma è il dio che ne fa necessità in ogni anima! Anzi, ultima osservazione, questa possibilità, apparentemente spontanea, di ampliare l'amore iniziale è in definitiva la sola prova che il dio c'è, perché è possibile far vivere qui, in questo nostro mondo, ciò che lo definisce, l'amore per tutti!


lunedì 19 febbraio 2018

Conoscersi, conquistare se stessi.


Da molto sono di fronte a me stesso e mi interrogo, ma mi conosco, leggo bene il mio intimo, la mia anima? Eppure c’è per tutti uno specchio, gli altri. Hanno benevolenza, compiacimento per quanto di buono, di bello mi accade, rammarico se, indifeso, subisco l’inevitabile? Se così, sicuro hanno allora, un po’ almeno d’amore per quel che finisco con l’essere di fronte al mondo, che mi legge dentro più di quanto possa io con la più tenace introspezione. M’attenderò o benevolo giudizio, o uno meno gratificante, più severo! Ma come essere certo del giudizio, quale sia? Solo se ogni altro è avvicinato, conosciuto per amore! Allora l'altro svela qualcosa del sé e perciò anche di quel che di me pensa, quel che ha formulato su me! Allora io non mi conosco completamente se non per l’amore verso l’altro, domino me stesso, conquisto il mio tormentato cuore, solo se avvicino gli altri con la prudenza e benevolenza che l’amore suggerisce! Ecco la necessità di un tu almeno, che mi faccia conoscere tutto di me stesso. Sia per tutti una piccola sincera donna, come è per me, cui tuttora offro amore e me lo ridona aumentato, non severa, pronta a scusarmi pure nei miei vistosi errori e così so che devo migliorarmi!




sabato 10 febbraio 2018

Insegnami ad amarti!

Perché ancor dico, Insegnami ad amarti!, a questa piccola donna? Trascorsa ho la mia vita prima, tutta buia, poi effimeri brillii di stelle nel cuore, le poche mie donne. Ma vero so delle donne? Anche di questa, sì lungo sodalizio, ma assai poco dell’anima sua!
Che si fa per amore, lo so io? Si dona e non si domanda contraccambio, ma si riceve quasi sempre assai più del donato, e massima ne è la riconoscenza anche taciuta, si perdonano piccoli screzi o più, si trovano attenuanti sempre per un comportamento con delusione subito, si ci rammarica di non esser capaci di più di fronte al bisogno dell’altro, si soffre del suo dolore e si gioisce di ogni suo bene! Ma che occorrerebbe per render l’altro vero felice? Quando si ama una piccola donna, e di simile a lei certo accade, non basta desiderare di donarle il proprio cuore e svuotarlo tutto del bene e del bello che vi abita, occorre conoscere il suo! Questa è una corsa a due o al nulla o al tutto, al dio. Se al nulla, qui tutto il bene da donare all’amata e allora si sprema del possibile il proprio cuore! Altrimenti qui solo condivise, come in un bell’anticipo, le capacità, che verranno sublimate, d’amare! Dove, quando? Non ha molta importanza, sarà forse non in un posto, accadrà come un evento! E allora, pur avendo la speranza che tutto non finisca, e me lo dice proprio l’esigenza di donarle tutto l’atteso suo, le dico nei momenti di tenerezza, Insegnami, si fa sera!