venerdì 20 ottobre 2017

Nell'amore il dio!


È proprio vero, nessuno qui è un'isola, non sta solo per sé. Se due si amano, la dedizione reciproca desta talvolta curiosità, talaltra desiderio di emulazione. Sì, come se il bene di coppia realizzato voglia diffondersi, guadagnare altre anime, esaltandosi a ogni conquista! E c'è chi crede, dal momento che qui contagia, che il bene non muoia e il sodalizio da cui parte non sia per qui soltanto, ma destinato a un oltre, cui esso stesso dà consistenza, una consistenza d'amore, altrimenti inconoscibile. Sì, questa speranza ha per noi due fondamento, dico a questa mia donna, dal momento che ci diciamo l'uno per l'altra, allora bisognerà difenderla nei nostri cuori uniti da tutto ciò che spegnerla vorrebbe, spegnendo l'amore! Noi, che sperimentiamo questo sentire, crediamo che il nostro destino in quell'oltre non faccia completezza, ma che moltissimi cuori simili ai nostri già vi dimorino per dar vita a un tu che ci accoglierà nel consesso, manifestandosi nella benevolenza e simpatia dei presenti! Lo chiamano dio, il dio! È lo stesso che ha qui ha permesso il nostro amore e lo difende anche dall'oblio degli indifferenti. Per incontrarlo de visu, con gli occhi del cuore, dal momento che è il bene in tutti quelli che, come noi, lo fanno vivere già qui, amandosi, occorrerà però anche pentirsi delle opportunità di bene qui mancate. Perché? Sono diminuzioni per il dio-bene e manchi per noi che non siamo che una sua particola, la realizzata! Noi siamo piccoli o grandi nel bene fatto, concretizzato con la nostra condotta di vita, noi siamo il bene che il cuore contiene, nella misura che contribuiamo a definire già qui il dio! A ciascuno egli donerà questa capacità di rivedere criticamente la propria vita. E io avrò tanto da farmi perdonare, ma non di non averti amato! Non ha curato la tua presenza la mia solitudine?

sabato 7 ottobre 2017

Che fanno i sogni?


Un sogno svanito, lì per lì sfocia nell'amarezza della delusione e necessiterebbe di conforto, già appena mancato l'appagamento, quasi sempre assente o carente per l'insensibilità diffusa che fa l'ambiente della vita di ciascuno, ma poi, passati quei bui momenti, diventa addirittura una positività, un arricchimento del proprio sé. Perché? Passato il tempo del risentimento per la propria pochezza e ingenuità, giudicate inguaribili, quello che rimane della speranza, pur delusa, è proprio un che di cui si trova arricchita l'anima. Questa si è come dilatata per accogliere il tanto ben sentire, suggerito dal sogno, il tanto ben vedere le cose tutte, sebbene consuete, sotto una luce nuova, sì belle tutte come mai state! Ma al sopraggiungere della delusione, all'infrangersi della speranza, l' anima non s'è rattrappita in quella che era o in meno ancora, ma, è come aumentata, si è aperta a tante nuove aspettative di bene, ed è così divenuta più ancora una ricchezza per il sé! Ognuno è quello che la propria anima è! Così io so di essere non solo quanto di bello e buono ho raggiunto, ma anche il bene intravisto che non ho potuto far mio, ma solo sfiorare, solo sognare! Sì, i sogni, anche dovuti restar tali, fanno una ricchezza nuova insospettata, la possibilità di capire e accogliere il bene presente o futuro, cioè aumentano, dilatano, arricchiscono l'anima! Ecco, questa donna di qui si dice mia, solo m'ha illuso o vero ho il suo amore? Se scoprissi il manco dell'amore sperato, che farei dopo l'inevitabile disperazione? Più ancora, la mia speranza d'amore da quella del cielo, andrà delusa? La potrò mai constatare indifferente al mio sentire, come m'è accaduto con altre donne di qui? Se m'accadesse di scoprirmi di scarso o nullo valore per lei, che sarebbe di me, se è lei a dar perfino il suo nome alla mia speranza? Son certo di questo, alla fine mi scoprirei addirittura, paradosso, migliore, solo per aver sognato un bene irraggiungibile al momento, avendo capito la necessità di impegnarmi per farmene degno! Di simile con la donna m'accadrebbe! È questa, mi chiedo, in fondo una stranezza della natura umana o è questo della vita lo scopo? Cioè conseguire un po' del bene possibile, troppo il male da lottare, e far posto, allargata la capacità dell'anima con i sogni, alla comprensione e al dimorare in essa del bene, quello sperato già qui o dell'oltre? Sì, è proprio così, io trovo già tanto ricca ora l'anima mia perché meglio disposta all'accoglienza del bene, a capirlo nel valore suo e a farne geloso possesso! Il bene pur viene, qui o nella vita dell'oltre, e l'hanno fatta tanto capace di accoglierlo i sogni, anche quelli che questa vita fin qui ha tradito! Sì, lo ribadisco, preparatori nell'anima sono i sogni tutti, o di un bene atteso, di qui o dell'oltre, o di un bene già acquisito, ma meglio capito, ritenuto più prezioso, come per me è stato l'amore della mia donna. E che sono da sempre io, se non il poco conseguito e il tanto bene ancora sperato? Ciascuno è solo il bene che ha in sé o che spera! Ora ne sono ancora più consapevole perché nella speranza, nel sogno dell'avere più ancora di quanto posseduto, ho messo anche questa piccola donna con i sogni suoi!