È
proprio vero, nessuno qui è un'isola, non sta solo per sé. Se
due si amano, la dedizione reciproca desta talvolta curiosità,
talaltra desiderio di emulazione. Sì, come se il bene di coppia
realizzato voglia diffondersi, guadagnare altre anime, esaltandosi a
ogni conquista! E c'è chi crede, dal momento che qui contagia, che
il bene non muoia e il sodalizio da cui parte non sia per qui
soltanto, ma destinato a un oltre, cui esso stesso dà consistenza,
una consistenza d'amore, altrimenti inconoscibile. Sì, questa
speranza ha per noi due fondamento, dico a questa mia donna, dal
momento che ci diciamo l'uno per l'altra, allora bisognerà
difenderla nei nostri cuori uniti da tutto ciò che spegnerla
vorrebbe, spegnendo l'amore! Noi, che sperimentiamo questo sentire,
crediamo che il nostro destino in quell'oltre non faccia completezza,
ma che moltissimi cuori simili ai nostri già vi dimorino per dar
vita a un tu che ci accoglierà nel consesso, manifestandosi nella
benevolenza e simpatia dei presenti! Lo chiamano dio, il dio! È lo
stesso che ha qui ha permesso il nostro amore e lo difende anche
dall'oblio degli indifferenti. Per incontrarlo de visu, con gli occhi del cuore, dal momento
che è il bene in tutti quelli che, come noi, lo fanno vivere già
qui, amandosi, occorrerà però anche pentirsi delle opportunità di
bene qui mancate. Perché? Sono diminuzioni per il dio-bene e manchi
per noi che non siamo che una sua particola, la realizzata! Noi siamo
piccoli o grandi nel bene fatto, concretizzato con la nostra condotta
di vita, noi siamo il bene che il cuore contiene, nella misura che
contribuiamo a definire già qui il dio! A ciascuno egli donerà
questa capacità di rivedere criticamente la propria vita. E io avrò
tanto da farmi perdonare, ma non di non averti amato! Non ha curato
la tua presenza la mia solitudine?
venerdì 20 ottobre 2017
sabato 7 ottobre 2017
Che fanno i sogni?
Un
sogno svanito, lì per lì sfocia nell'amarezza della delusione e
necessiterebbe di conforto, già appena mancato l'appagamento, quasi
sempre assente o carente per l'insensibilità diffusa che fa
l'ambiente della vita di ciascuno, ma poi, passati quei bui momenti,
diventa addirittura una positività, un arricchimento del proprio sé.
Perché? Passato il tempo del risentimento per la propria pochezza e
ingenuità, giudicate inguaribili, quello che rimane della speranza,
pur delusa, è proprio un che di cui si trova arricchita l'anima.
Questa si è come dilatata per accogliere il tanto ben sentire,
suggerito dal sogno, il tanto ben vedere le cose tutte, sebbene
consuete, sotto una luce nuova, sì belle tutte come mai state! Ma al
sopraggiungere della delusione, all'infrangersi della speranza, l'
anima non s'è rattrappita in quella che era o in meno ancora, ma, è
come aumentata, si è aperta a tante nuove aspettative di bene, ed è
così divenuta più ancora una ricchezza per il sé! Ognuno è quello
che la propria anima è! Così io so di essere non solo quanto di
bello e buono ho raggiunto, ma anche il bene intravisto che non ho
potuto far mio, ma solo sfiorare, solo sognare! Sì, i sogni, anche
dovuti restar tali, fanno una ricchezza nuova insospettata, la
possibilità di capire e accogliere il bene presente o futuro, cioè
aumentano, dilatano, arricchiscono l'anima! Ecco, questa donna di qui
si dice mia, solo m'ha illuso o vero ho il suo amore? Se scoprissi il
manco dell'amore sperato, che farei dopo l'inevitabile disperazione?
Più ancora, la mia speranza d'amore da quella del cielo, andrà
delusa? La potrò mai constatare indifferente al mio sentire, come
m'è accaduto con altre donne di qui? Se m'accadesse di scoprirmi di
scarso o nullo valore per lei, che sarebbe di me, se è lei a dar
perfino il suo nome alla mia speranza? Son certo di questo, alla fine mi scoprirei
addirittura, paradosso, migliore, solo per aver sognato un bene
irraggiungibile al momento, avendo capito la necessità di impegnarmi
per farmene degno! Di simile con la donna m'accadrebbe! È questa, mi chiedo, in fondo una stranezza della natura
umana o è questo della vita lo scopo? Cioè conseguire un po' del
bene possibile, troppo il male da lottare, e far posto, allargata la
capacità dell'anima con i sogni, alla comprensione e al dimorare in
essa del bene, quello sperato già qui o dell'oltre? Sì, è proprio
così, io trovo già tanto ricca ora l'anima mia perché meglio
disposta all'accoglienza del bene, a capirlo nel valore suo e a farne
geloso possesso! Il bene pur viene, qui o nella vita dell'oltre, e
l'hanno fatta tanto capace di accoglierlo i sogni, anche quelli che
questa vita fin qui ha tradito! Sì, lo ribadisco, preparatori
nell'anima sono i sogni tutti, o di un bene atteso, di qui o
dell'oltre, o di un bene già acquisito, ma meglio capito, ritenuto
più prezioso, come per me è stato l'amore della mia donna. E che
sono da sempre io, se non il poco conseguito e il tanto bene ancora
sperato? Ciascuno è solo il bene che ha in sé o che spera! Ora ne
sono ancora più consapevole perché nella speranza, nel sogno
dell'avere più ancora di quanto posseduto, ho messo anche questa
piccola donna con i sogni suoi!
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