martedì 8 dicembre 2020

Andremo dov'è l'amore

 

Occhi per gli occhi,
Mani per le mani,
Fiammeggiano insieme i nostri cuori.
Possibile che tutto sarà solo cenere morta?
La scienza per ora, meschina,
Vincer la morte non può,
Ma lo potrà sicuro e forse giorno vicino,
Tanto il suo fervido cocchio
È veloce!
Allora continuare questa vita
Vorranno insieme,
A noi simili, cuori amanti,
Fin quando, fin dove amore li porti.
Allora, e fantastico, solo volontario sarà forse
L'abbandono del mondo,
Quando in amara delusione finisse amore,
O affacciato mai si fosse a tenero cuore.
Tutto in quell'epoca potrà essere surrogato,
Consenso, fortuna anche,
Benessere perfino, e salute certamente,
Ma non la gioia del vero amore,
L'unico che anche ora l'idea stessa di morte divora.
Quella la cui ombra, minacciosa,
Ora sempre torna a rendere
Precaria ogni felicità, baleno nei cuori,
E che affascina e affosca ogni anima.
Ma da sempre amore spira,
Invenzione d'uomini non è davvero,

Ma scoperta, ché
Raggia dal cielo divino,
E vero fa balsamo a cuori in tumulto.
Sempre per questi ci sarà di sogni
Il bisogno, nostalgia avranno della primavera
E per tutti la speranza di turgide aurore,
Che amore rinnova luminose,

Nonostante tante storie tristi,
Pastoie comuni di questo mondo!
E la madre divina, la <<sine macula concepta>>,

Già ci chiama,
E il suo è amore senza lusinghe, senza inganno,
Senza equivoci, l'unico che ucciderà la nostra morte,
O compagna mia fedele, e dolce.

Eppure passarne dovremo le strettoie gelide
Per veder tanto sorriso promesso e sentirne calore.
Ma battiti di cuore, già per noi soavi s'annunciano

Di quella che invoco, chiamandola come io ti chiamo, Amore!










domenica 6 dicembre 2020

Dico dall'anima a due madri

 

Che mi succede, vero che quest'anima non sa più dirti, madre del cielo? Parole stentate da non far preghiera, e aridi gli occhi come la bocca. Eppure son sempre qui i miei problemi, ma come li guardassi distanti, più non forte premono alla coscienza mia, così quelli delle persone care che ti raccomando. Squallore! E il silenzio tuo più non parla, invitandomi a dirti, e assente ti fa. E in questa tua fascinosa immagine, che pende da bianco muro, hai davvero gli occhi rivolti altrove, a chi non c'è. Ti prego ritorna nella mente dei pensieri miei e lascia sognarmi degno d'ascolto e d'avere risposta d'amore, ché altre ignori, e se ora indifferente pari, è solo per questo squallore che mi viene dall'anima.

Allora che dico dall'anima mia provata all'altra madre, che qui ancora m'ha, mentre è con lei il fratello mio?

Tanta tristezza addensata s'è
Sul tuo cammino di esperienze amare,
Che arida pietraia d'egoismo
Ti sei fatta, anima mia!
Torna, torna bambina all'umiltà,
Alla purità, alla gioia d'allora.
Esci da omuncolo tristo e capzioso,
Ché t'arrida ancora la felicità dei piccoli e dei semplici.
Lascia tante quisquilie dialettiche
In cui sbriciolata hai erudizione faticosa.
Lascia gli imbelli riposi di pensiero infruttuoso,
Esci al sole,
Dove nulla ombra aduggia
E ogni dolore scolora,
In tanta feconda luminosità
E riscalda tanto gradito calore.
E tu madre mia dolce,
Che ogni anelito di vita
Sorreggi ed inciti,
Portami lontano, fuori dell'inedia,
In cui sprofondato mi sono,
Portami altrove,
Generami, figliami daccapo!
In altro mondo, in altra epoca.
Sì, portami in te altrove.
Tanta volgarità, fatuità grossolana,
Viver non mi lascia
Ché come forza passiva,
Da ogni dove mi stringe
E mi ambascia il respiro.
Qui come braccato
Da occhiuto non amore mi sento,
Come paura mi prendesse
Che qualcuno morto mi voglia.
Forse per essere notomizzato
Su orrido banco sotto livida luce
Da ciarlatani cerusici,
Che curiosità invidiosa invogli
A settare mal celato cuore.
Sono anche creduto felice e visto sicuro!
E temo le ragioni conoscer si voglia
Di successo e fortuna.
Miopi non vedono come prostrato mi ha
Vento ottuso, sbandato all'irruenza degli eventi
E quante lacrime
Da dentro mi premono,
Che solo per non esser tanto ridicolo
Ai loro occhi pettegoli,
Anche poca dignità basta
A non cacciarle fuori.
Mentre io perfino gridare
E non parole, vorrei,
Ma voce inarticolata d'anima offesa!
Sì, fammi nascere là dove sei,

Dove ti sazi del fratello mio, sempre bambino per te,

A voi sorridente la madre del cielo!






mercoledì 2 dicembre 2020

Parole d'amore

 

Sai che mi dice muta questa bella del cielo? Certo ha il sorriso tuo alle mie parole, che sai d'amore sempre anche se l'occasione e il tono talvolta tali non le direbbero. È certo la risposta sua agli affanni di questa mia ormai sera qui, certezza che quanto mi capita è separazione ora breve da lei e poi breve da te. Allora quando sarà che separati staremo, non rattristarti, ché diventeranno attuali allora le mie parole. Sì, quelle dei tuoi ricordi! Sorridi allora come ora fai, ché tutte significano quanto entrambi t'amiamo.