sabato 25 giugno 2016

La regia del mondo



Qui nel mondo del nostro vissuto, ogni accaduto ha testimoni o parlanti, che ne sappiano riferire, o non vogliano, e altri per loro natura muti, o non averne del tutto. Ma qualcosa c'è pur stato, lo scenario non è più lo stesso! C'è molto o poco di diverso, mai prima, cioè novità o di simile ad altri fatti che fatto hanno la storia di qui. Ma questa storia pur si svolge e questo mondo non ha autocoscienza, memoria talvolta, condizionando talora i passati avvenimenti, i novelli. E allora si sta tutto svolgendo sotto una regia, che accoglie le novità e scusa le ripetizioni o questa pur c'è ma nulla suggerisce? Rispondo partendo di lontano.
Benché questa donna , che deciso ha di starmi accanto, tutto spartisca di me, vicende belle o buie, ci sono in lei certo desideri, aspirazioni taciute, che svelar non può, compromessa allora la meraviglia del vedersele concretizzate. Una donna è così, molto tace e custodisce in sé beni preziosi o che tanto, realizzati, significherebbero per lei. Ma benché io abbia desiderio che felice sia e tenti di scoprirli, non so come aprirne lo scrigno. E allora devo ammettere che una parte di lei, che conoscer non posso, mi è estranea, perché geloso celata. Allora non posso che amarla nel solo modo qui consentito, incompleto quindi, imperfetto, e la parte sconosciuta di cui ho sentore a ogni sguardo o sospiro, è un manco che assume per me la consistenza del sogno, preziosità desiderata eppure vietata. Sì, sogno la completezza d'amore, al momento inappagata, di vivere tutto della sua bella anima. E tanto vorrei che questa nostra favola fosse altrove, in altra epoca rivissuta e senza veli posticci! Ma cosa, chi lo permetterà? Chi tutti e tutto ama e soffre di ogni incompletezza, ogni manco, ogni modifica, ogni interferenza nel suo piano, che è d'amore!



martedì 21 giugno 2016

Somigliare al cristo


Quantunque la nostra possa essere stata una vita ben spesa e pienamente vissuta, pure potrà esitare, oltre che nelle frequenti assurdità che ci minano o spengono l'integrità del corpo, anche nella sconfitta dei propositi, che scompiglio ci fa nella mente. Fallimento doloroso, che ci farà somigliare al cristo nell'epilogo della vicenda sua. Ma così accadendo, ci sarà somiglianza anche con la resurrezione sua? Sì, è speranza della fede! Ma come la morte non fu per lui solo fisica, ma anche spirituale, abbandonato dal padre suo, così la nostra, la spirituale anticipata nel fallimento di tutti i valori, che la vita di qui fanno degna. Questa dissociazione nei due aspetti della morte, con quella spirituale che afferra per prima, è condizione davvero misera, vero calice amaro, che invano rifiutato, abbiamo dovuto bere! Bontà e impegno hanno fallito e nella nostra mente vuote e senza più senso le parole amore e dio! E il cristo che farà? Nella preghiera s'è fatta penosa la sensazione che egli non ascolti più, o mai l'abbia fatto, pia illusione d'amore come tante! Sì, così la disperazione! Ma questa potrà non sfociare nella composta rassegnazione di chi, sconfitto, attende disarmato l'epilogo definitivo, potrà accadere qualcos'altro. La preghiera ostinata sfociare nella ribellione a quanto di estremo e indicibile sostanzia per noi il male, con la perdita del cristo perfino! No, diremo o urleremo, io sono destinato alle stelle! Ecco allora la nostra resurrezione spirituale, la vittoria anche solo temporanea, ma completa sul male! Ecco la vera somiglianza col cristo, sì risorto, ma che continua a morire in ognuno che muore!















domenica 12 giugno 2016

Pregare per chi ci farà violenza, perché?


Ma che è diventato questo mondo, forse una paurosa voragine senza dio? Difficile è oggi fondare la sicurezza propria e di chi si ama sull'affermazione fiduciosa, perché è l'uomo stesso che lo fa più buio, e oggi sono tanti a velare anche le stelle! La stessa dignità dovrebbe avere però ogni uomo, sia di fede che da nessuna convinto. Perché non è razionale la scelta, ma fondata sul personale significato dato alla propria vita, e resterà il dilemma nonostante uno come me possa con convinzione dire, Io sono di cristo! Quale dilemma? O c'è il dio ed è per ogni uomo, o non c'è, è speranza vana, o ha misericordia e amore per tutti o non c'è, trasferite a un lui ipotetico le evidenti carenze di qui! Importa poi all'uomo di fede nell'unico dio quale profeta ne abbia svelato la essenza, rassicurandolo della sua presenza non in un dopo e in un cielo, ma ora e qui accanto ad ogni uomo a spartirne il destino di disagio quando non di palese sofferenza? Ma, mi chiedo, Se vero è che tutti gli siamo destinati, perdonati perché comunque amati, occorre davvero che qualcuno ne diffonda ancora il credo con la violenza su derelitti almeno quanto lui o più, perduta ogni speranza di bene? Non è questa volontà d'agire così, contraddittoria e negazionista perfino del dio-amore? Non è come significare, in palese errore, che non c'è via diversa per annientare il male e affermare le ragioni del dio? E non è la violenza figlia dello stesso male e non l'aumenta forse, di per sé già tanto diffuso e opprimente, coinvolgendo nella follia sua i piccoli perfino, che esentati non sono dal dolore sempre eccessivo nella crudezza sua? Non c'è spiegazione che giustifichi tanto erroneo procedere di chi vorrebbe la luce eppure va verso il buio e spingervi vuole con sé ogni altro? È folle, è stupido, è perverso? No, è sono umano, ed è avvilente e disarmante che rientri nella normalità potenziale di tutti! Viene da un sostrato che sta nel fondo dell'anima di ognuno ed emergere vuole con le ragioni sue assurde, che però ha di inquietante il voler affermare con appigli nel sacro, una altrimenti inconfessabile pulsione sua non all'indifferenza, ma quella che mai alcuno esenta dal non amore od odio per il diverso!È del terrore premessa per cui la comunità tutta dei minacciati è giusto prenda misure idonee a prevenirlo. Perché sta accadendo che molti siano convinti che il dio del perdono abbia bisogno di uomini risoluti pronti ad annientarsi per opporsi a devianze, incertezze, ritardi sulla personale via al bene. Ma, mi chiedo, ha forse il dio bisogno di correttori umani? Ma se questa è la contorta mentalità deprecabile del terrorista, che farà il singolo per arginarla? Potrà o prepararsi dovrà a subirne la violenza? Noi siamo considerati, e a torto, eredi di quelli che sono stati i crociati, oppressori di popoli nel passato, perché ora solo del cristo testimoni e quindi anche noi del solo dio di tutti. Lui si lasciò prendere, delatori gli stessi suoi, pur presagendo nella preghiera al padre l'amarezza di quel calice divenuto necessario bevesse, re di ben altro mondo, ma in questo vittima anche del fanatismo religioso, quello oggi dilagante e ai seguaci suoi d'ora tanto avverso! Nessuno, credo, abbia il suo coraggio, ma se destinati ad emularlo, e tutti siamo ormai potenziali vittime, come di una calamità inevitabile, preghiamo in anticipo per quelli che ci offendono, per ora con la sola minaccia, forse, quando presi, tempo non avremo per il perdono!

giovedì 9 giugno 2016

Dalla verità la libertà

Si bene feci, quid me caedis? È domanda del cristo,consegnato ai romani dai suoi, ma che quelli che hanno speranza nel dio faranno nella vita anche più volte, ma senza mai risposta diretta. La darà mai qualcuno di qui, o qualcosa, un favorevole evento, un piccolo bene conseguito, che spezzi la monotonia del subito? Io, che difficoltà ho avuto fin da bambino, attendo da sempre che la vita risponda, con una qualche sua positività almeno. E come? Forse con agognate pause di pace, fino alla definitiva, raggiunte che io abbia le stelle! Mi darebbero forse solo l'illusione della libertà, fuori dalla amarezza del consueto o dall'uggia del troppo frequente. Ma, mi chiedo, dalla libertà può mai venire la verità? Cioè è condizione che possa suggerirla? E se sì, quale? La intellegibile ragione del dover star qui a subire da chi o da ciò che legato è alle ragioni che fanno questo mondo perverso? E saperlo rende forse meno legati, più indipendenti da un destino che pare ineluttabile, cioè aumenta la presunta libertà? Ma qui è venuto chi ha rovesciato il sillogismo!Da, Non c'è che una verità, nessun uomo è libero, allora io non posso esserlo, necessariamente nel destino di ogni altro! A, Non c'è che una possibile libertà, quella che viene dalla verità che, conosciuta, fa tutti liberi, allora fa me libero, uomo autentico! Ma quale è? Non è forse vero che qui è venuto un novello Socrate, che la veridicità delle affermazioni sue ha suggellato con la morte, a dirci che solo nella sua verità sul dio, altrimenti sconosciuto, c'è la libertà per l'uomo, quella vera, definitiva, quella anche dal male? E non gridò, contro ogni evidenza, morendo, che il suo amore ci destina alla felicità?