domenica 24 settembre 2017

Di che sarà oggi la mia preghiera

Di che sarà oggi la mia preghiera? Che dirò di diverso oltre al consueto alla bella, che sicuro ama quel che io amo, per prima la donna che m'ha dato? Quello che dirò a questa piccola donna è detto a lei, è detto al dio!
Così nella meraviglia, oggi le dico, Vedi come tutto s'è rinverdito questo prato alle recenti piogge, ma più riderà per i fiori suoi a primavera e a questa piccola vallea attirerà sguardi e sospiri innamorati! Eppure non sarà lo stesso di precedenti soste alla sua meraviglia di altri cuori presi d'amore, caduti in amore! Perché vero è, tutto è diverso, solo simile al già stato! Così il cielo che si lascerà ammirare stasera, ché sereno s'annuncia, sarà tutto trapunto di stelle, le stesse di sempre di questa stagione e alla stessa ora, quelle dalla nostra cittadina visibili, eppure diverse nei loro brillii e pur diranno a cuor che legger le sappia e vi cerchi messaggio d'un amore lontano, o a noi certo significarci vorranno la benevolenza per noi, lassù! Così nella mia preghiera, le mie parole essenziali, quelle non occasionali, sono sempre le stesse, ma ora accorate or serene, ora dette aspre or dolci, ma tutte significano quanto quell'amore cui le indirizzo, sperate comunque gradite, sia agognato! E le mie parole per te sono simili nel tono a quelle delle mie tante “ave”, anche nelle aspettative, ma come di chi, innamorato, chiede e dubita allo stesso tempo venga la risposta attesa! Ma se è vero quello che spero, certo l'amor tuo, perché mai svelato appieno m'hai quel che il cuore tuo serrato mantiene, come suo geloso possesso? Ma anche per questo sarà che ora altro ancora pretendano le mie parole. E che? Che tu scrolli il cuore e ne lasci cadere il trattenuto. Forse sospiri, forse parole non dette, timide troppo, e sicuro lacrime più ancora di quelle versate, quando gli occhi tuoi hanno dovuto piangere la mia stupidità! Servono al mio cuore, ché tutto tu ne bagni e vinca il tempo, che inaridire me lo vuole e far come quello di chi mai ha amato!



domenica 17 settembre 2017

La patria di ogni uomo è la croce!


Nella creazione il dio s'è diminuito, ha fatto luogo accanto a sé al diverso da sé, al mondo, all'uomo. La somma dell'uno e dell'altro, venuto all'esistenza, è meno del preesistente! Proprio strana aritmetica nel dio! Ma il dio ha permesso il male che è iniziato proprio da questo sorprendente risultato del conto primordiale e ne è venuta l'infelicità per l'uomo e per il dio. Perché? Affinché questi si convincesse, dura scuola la vita in ogni epoca, che per annullarla, occorre diminuirsi, rinunciare al proprio sé, annichilirlo! Come e quale lo scopo? Già nell'amore per un particolare tu, l'io rinuncia a parte del suo sé per accogliere l'altro e farlo partecipe delle sue speranze e delle sue occasioni di gioia. Inizia così un prologo che vedrà incomprensioni, piccole pene anche e sofferenze perfino, ma che sfocerà nell'amore, sebbene limitato, ristretto a un singolo. E quando così, tutto sarà da condividere, il dolore anche! Ma più ancora occorre faccia l'uomo, non fermandosi a questo prologo per solo un altro, per quanto lo impegni, ma estendendo l'interesse suo a tutti, fino ad annullare il proprio io nell'amore offerto all'indifferente e all'immeritevole. Sì, al nemico anche! E che guadagna? Guadagna il dio, sua gioia e suo dolore! Insomma il dio per amore ha fatto l'uomo, ora ha bisogno dell'amore della creatura sua per recuperarla al suo bene, per colmare l'allontanamento che ne è venuto, subito anche da lui, come dall'uomo e dalla creazione tutta! E poter con lui spartire la gioia che contenere non potrà nel riaverlo e il dolore che l'attanaglia per i rimasti qui. Per l'umanità che vuol farsi più ancora distante, perdersi! Ma è proprio così? Occorre mi chieda a questo punto! Io constato, con sorpresa, anche nella persona mia, che il male ha a questo mondo gli eccessi suoi e il dolore da danno fisico spadroneggia qui e vi solo privazioni, suoi eccessi indicibili che fanno poco tollerabile il subito e non chiaro, tortuoso il disegno divino! La sua incredibile proposta, quell'“io voglio darti il mio bene, io voglio darti il mio dolore”! Così ogni azzardo di semplificazione non andrà più in là della mera congettura! Ma io, che ne sono tentato scrivendo, ho la “fortuna” ( sic!) d'essere sotto tiro del male e tutto riduco all'essenziale e a quello che al momento ritengo sicuro. No, proprio non sto raccontando una favola! Allora cos'altro potrò dire con sicurezza? Questo almeno, Il dio completa il suo disegno nel suo cristo, che con la sua croce ha dato e dà il massimo dell'annullamento del suo sé per amore e ora sta col padre suo a spartirne gioia e angoscia. Per chi? Per Noi! Per noi, tutti immeritevoli, che l'abbiamo crocifisso in ogni epoca. Sì, il cristo ama chi lo ha perseguitato e chi ancora lo perseguita nei fratelli suoi e ha pena per il suo destino, che vuole sia di luce. È come se il dio abbia creato il tutto e il cristo abbia iniziato la de-creazione che riconduce il tutto all'amore da cui esso è venuto all'esistenza, suo scopo, sua felicità, suo dolore anche, ma motivata pena per i rimasti e non come è qui, subito per l'ottuso vento che tutto travolge nella follia sua! Ecco perché la Weil dice che la patria di ogni uomo è la croce, l'imitazione completa del cristo fino al sacrificio! Poi sarà la pace, ma anche la pena per il destino dei rimasti e lo voglia il dio che dal dono del pentimento, anche postumo, possa rigenerarsi l'uomo nuovo, solo attento al dio e non ad altro, come qui ha fatto, abbagliato dai falsi luccichii del mondo!

mercoledì 13 settembre 2017

Che chiedere al dio?


Quand'anche per me non ci fosse altro che questa vita tutta terrena, quand'anche il momento della morte non mi portasse nulla di nuovo, negli ultimi attimi ringraziare dovrei il dio d'avermi illuso d'amore la vita tutta. E sono stati questi occhi di donna che ho amato! E se invece vero ci fosse una vita in un oltre e io meritassi l'infima condizione dei mediocri, pur quel dio che me ne avesse separato ringrazierei, debitore d'amore anche in questa condizione, potendoli ancora amare almeno nel ricordo! E quand'anche come a persona mal riuscita non fosse dato nemmeno ricordare, come già accadere può in questo basso inferno terreno, e ne ho struggente esempio di una che la mia vita sfiorò, anche allora che chiederei? Se altri felici mi fossero mostrati della gioia che da altre cose e amori può lì venire, ma senza la memoria di qui, pur chiederei mi fosse ridata la sola capacità di ricordare solo questi occhi che qui ora parlano senza parole, chiedendo in ardente preghiera di non ricordare altro che ciò che nella vita trascorsa si lasciò da me amare, ché mi basterebbe! E quand'anche meritassi il paradiso tutto, esclusa la piccola parte in cui essi continuare a vivere potrebbero, rinuncerei a tutta la gioia sua pur di ritrovarli in quella piccola sua parte proibita!
E proprio non so che chiedere e desiderare di più! Io non ho amato che una piccola donna ed è stata la gioia mia tutta e vorrei che continuasse ad esserlo, tutto qui!


In difesa di Simone Weil

Vorrei saper rispondere efficace a chi è detrattore della Weil, di cui io invece mi sono innamorato, tanto da sperare vederla se nell'oltre sarà concesso vedere o rivedere le fattezze di ogni amato. Ma posso farlo solo dalla mia pochezza, che, come mai prima, avverto tanto stretta! E come? Che dirò, un po' parafrasando Simone nel tentativo di farle schermo, di difenderla?
Trovare nel buio che mi s'è fatto intorno e dentro nella sconfitta, nelle lacrime d'una perdita, nell'amaro del subito, nella solitudine d'una disgrazia, in ogni ingiustizia patita, la presenza di chi sentivo distante, di chi pensavo distratto, altrove e con più degna persona impegnato, è sorpresa! Ma è meraviglia né piacevole, né amara! Perché? Questa certo non diminuisce l'angoscia del vissuto, anche se la motiva, non è vuoto che si riempie, né cielo che s'apre, né turbine che cessa, anche se dà un perché a me che me ne sentivo preso, attanagliato, a me che mi sentivo allontanato, a me che mi sapevo dimenticato e mi ritrovo accanto proprio chi mi era parso il più deludente di tutti, addirittura confuso tra i fuggiti dal mio dolore! So che sono ancora nel silenzio, eppure avverto che questo s'è fatto più eloquente di qualunque appropriato discorso, sto nella notte ancora, ma è come se, ormai sgombra da nubi, si sia tutta trapunta di stelle, sto ancora nel buio, ma è come se questo si sia fatto più chiaro di qualunque soleggiato giorno, sto nell'indifferenza di tutti, ma questa, improvvisa, s'è fatta più compassionevole e calda di qualunque conforto! Sì, avverto la presenza dell'unico capace di queste contraddizioni, di questi sovvertimenti dell'anima, la presenza del dio! Ed è allora che grido, ma solo nel cuore dove l'ho trovato, Oh quanto ho dovuto patire per ritrovarti!

domenica 10 settembre 2017

La preghiera, cos'è per me?


Avrei voluto saper scrivere più ancora su quello che la preghiera significa per me, ma il più sincero l'ho espresso così per gli amici di facebook.

Quando accorato dico un'”ave”, son certo che nel mio recitativo formale sono tante cose non espresse, le mie pene tutte sicuro e poi le speranze, anche quelle che cuore ancora innamorato tace anche a se stesso, temendole udite e rapite. E di che o di chi questo cuore è innamorato? Uggiose queste giornate di fine estate, mi rimandano alle solitarie divenute della mia infanzia! Ecco, sicuro ritrovare vorrei mio fratello, la piccola dirimpettaia che tanto prese i miei primi sogni, e gli affetti miei più cari. E poi? Sicuro questa mia piccola donna, per continuare la nostra bella storia, sì tanto vissuta, eppure con meraviglie ancora da scoprire! E...E qui nulla più so, è il taciuto! Ma le belle giornate spese tra erbe novelle frammiste a fiori e con la bella mia a far il gioco delle nuvole vorrei ritrovare e il tanto altro con lei condiviso con le pene anche e le lacrime sue palesi e le mie nascoste! Ma più ancora stipare nella preghiera mia vorrei tutto quello che alla mia vita è mancato perché fosse pienamente felice, scordati i bui suoi, perché la bella del cielo lo assicuri a quelli che i miei pensieri tanto occupano. Sì, d'amore sopratutto!