sabato 19 aprile 2014

Amate i nemici!



Ma il dio perché ha raccomandato di amare i nemici? Significa forse che lui per primo ama e da sempre, e allora chi? Noi tutti, il nemico! Sì, noi lo siamo in ogni epoca, tutti in qualche misura, e perciò amati da sempre nonostante! E il perdono suo, quando? La richiesta pressante segue sempre la comprensione del suo amore! Allora ci vergogneremo di avergli resistito, pur avvertendo, noi fortunati, qualcosa del suo afflato...Sì, di ciò che ci ha tenuti lontano nonostante il fortunato privilegio. Sì, molti sono fortunati, sperimentano in questa vita l'amore. Come? Molte le occasioni, molte le opportunità. Così, è l'amore di donna donato generoso, così l'amore per quella donna. È poco, è molto, ma precorre, anticipa il divino o ne è qui la tangibilità! Sì, viene dal dio e si lascia prendere, toccare! Ma resta piccola comprensione, solo briciola del divino. A tutti verrà donata capacità di ulteriore comprensione e personale arricchimento. E chi non ne vede nella vita tutta nemmeno un barlume? Vuoi per incapacità in arido cuore, come ciechi gli occhi suoi, vuoi perché una vita ria l'ha incattivito e reso duro, e spinto, accecato, finanche ad aumentare il disordine in questo mondo! La capacità è dono per tutti e perfino l'inferno si svuoterà dei reprobi suoi, tutti rinsaviti, perdonati perché da sempre amati, quando il dono di comprendere l'amore, cui negati si sono, avranno! Ben ne ha visto Origène, sì, la provvisorietà della minaccia sua. Sarà solo l'amore in tutti, per tutti! Il dio sarà tutto in tutti! Egli ha da sempre amato i nemici suoi e ha raccomandato di imitarlo. Non ne capirono la necessità, non la capiscono, che piccolo amore umano riverberi il suo immenso, come talvolta le lastre della finestra di amata, guardata e sospirata ad ogni ora, rimandano la luce del sole che abbaglia gli occhi di chi là guardi, non solo degli assidui innamorati. E così il dio venuto non capirono, non lo capiscono, non lo capiranno. L'uccisero, l'uccidiamo, lo uccideranno ancora! Lo fanno tutti, lo facciamo tutti! Perfino chi sempre ne balbetta le parole tra le tante, troppe sue umane e ne ripete perfino l'invito, oscuro per tutti, a fare di simile a quel che il dio fa, sì, già per tutti fa. È ciò che vero mai ha ben capito e non capisce, un agire del dio per amore, un manifestarsi come amore. E lo vorrebbe percepito con l'azione nostra vicaria, dallo spirito suo dettata, stimolata. E non accade! Ma quando ne rinnoviamo l'incomprensione? Ogni volta che neghiamo al bisognoso l'aiuto, ma più ancora quando ci rifiutiamo di aiutare l'indegno! Nemici del nostro vero o presunto bene, con pericolo di diminuzione del ciò che teniamo ben serrato! Apriamo il nostro cuore come scarsella e così quella del vile denaro! Perciò al primo, solo briciole, all'altro, niente! Ma c'è qui chi è diverso, e vorrebbe dire o gridare, io amo già qui il dio, cerco di imitarlo! Non dovrebbe nemmeno sussurrarlo! Ché ecco è già il suo silenzio. È il gelo! Di tutto gli accade, come una volontà perversa si opponga all'atteggiamento suo e l'amore donato non sembra ricambiato, né più percepito il pur anticipato, già visto diffuso palese. È il male che lo stringe, vuole prevalere, farlo ricredere, annientarlo, frapponendosi! Ma se saprà resistere, ecco l'amore stesso gli prenderà la vita più delle tante avversità patite! Hai mai visto falena avvicinarsi a lume? Inutile i tentativi di tenerla lontana! Torna e ritorna alla “ceroggena” e questa l'ucciderà! Così l'amore che sa imitare il divino e lo vuole qui già evidente per tutti, realizzato, percepito da tutti...E tutto scusa, perdona, e si ripete, il dio ha ben altre cure, per ora non può avere attenzione per me! Ma intanto muore, ché l'amore l'ha fatto suo, e non lo sa, sì, lo vuole in sé. Ecco la candela ha un guizzo di luce. Sono le ali della falena incauta ché la fiamma ha preso ciò che ad essa ha condotto la ritenuta malcapitata! Ma essa ne ha fatto nuova luce, improvvisa, effimera, ma luce aggiunta a luce! Ecco muore l'ignaro eroe dell'amore, e questo è stato per un attimo percepito, ha fatto luce, più luce nelle tenebre prevalenti! Il dio l'ha fatto vittorioso prendendolo da questo mondo indegno, una piccola luce che guizza nel buio della notte! O piccola donna mia, ricordi la storia di Francesco? Amò tutto e tutti, sperando di vedervi il dio. L'amore lo consumò più degli stenti di povero per scelta, e ne morì. Sì, finì col trovarlo solo nella morte! E quelli che ne videro la morte santa percepirono questa speranza, che parve certezza e ne raggiò luce!



Ecco, come la luce che ora da occaso inonda tutto questo chinale fiorito o brezza che dal mare salirà a breve al tramonto, così l'amore del dio fa carezza alle cose tutte e a noi che tanto distratti, incantati, ne siamo. E a breve sarà una notte di stelle!