Già
nel rapporto d'amore con un “tu” particolare, c'è inconfessata
meraviglia che l'altro ci sia proprio per noi. Ma di più quando,
dell'altro che ci è vicino, non importa come e quanto, si riescano a
capire le difficoltà! Allora occorrerà, come vuole il Cristo,
aiutarlo nel superamento e con attenta discrezione, così le sue
aspettative nel concretizzarle, le sue pene nel porvi rimedio o
consolazione! Sì, è allora che ci si meraviglia come ci sia
capitato a portata dei nostri forse assai poveri mezzi, ma
impegnativi interventi, quel qualcuno, che apparentemente nulla
chiede, ma forse qualcosa s'aspetta! Ecco che l'amore diventa un
miracolo possibile sempre! Quale amore? È assai dolce e gratificante
sentire quando un “tu” particolare ricambia il nostro sentito,
che vuole che bene realizzato faccia di entrambi la ricchezza, così
la gioia che ne viene! Di più complicato approccio se si vuole il
proprio bene dipendente dall'attuare quello dell'altro, con risposta
incerta, se si opera ché il bene tocchi la persona nelle difficoltà
di cui veniamo a conoscenza! Ma è anche così che occorre far vivere
la propria anima! Sì, non solo consolandola con quella del “tu”,
occhi smaniosi e belli che ci guardano, eppure tanto ci faranno
soffrire, ma esponendola all'incomprensione delle intenzioni e allo
scherno perfino, nell'insuccesso, di chi si tenta di aiutare! L'anima
poi nulla sa del perché è qui messa a vivere, strano l'ambiente,
strani i personaggi suoi, ma è l'amore che le fornisce chiave di
interpretazione. Stiamo qui per apprendere l'amore nelle
contraddizioni, per capirlo, avvenendo la comprensione di un bene
solo nel desiderio se c'è la sua mancanza, o nella tema di perderlo.
Considerare l'amore vero miracolo già accaduto nel melmoso mondo
abbandonato, quando la tenerezza verrà incoraggiata, trattenuta per
tema, tanti gli sgradevoli ricordi, nella vita nel solo bene, qui
solo sua speranza!
giovedì 31 gennaio 2019
martedì 15 gennaio 2019
Quanto trasforma l'amore!
Trasforma
l'amore? Già amare fa vivere in armonia con l'altro, rinunciando
così a qualcosa del proprio sé, ma col tempo sempre più si fanno
propri i suoi interessi, le sue aspirazioni, i suoi sogni e si
finisce con l'esistere per l'altro, per la sua serenità, per la
felicità sua! Non solo si è una persona diversa, ma trasformati un
po' o tanto nell'altra! E amando il dio che c'è di simile? Si
finisce con l'esistere per farlo esistere per l'altro, ché la
persona cara lo ami e se ne senta amata, con la certezza che l'amore
qui scambiato abbia così superato la dimensione umana, non viva più
ai margini del bel giardino fiorito, appena intravisto, ma i cuori
amanti ci stiano dentro! Amare il dio è divinizzare l'amore, è
prestare a lui, i propri occhi, le mani, le orecchie, ché guardi,
tocchi, sfiori, senta la persona amata e i sospiri suoi, è far così
che sia suo quel cuore tanto gelosamente celato, attento ai più
piccoli suoi moti!
martedì 1 gennaio 2019
IL dio c'è, ma dov'è?
Vecchio, mi ritrovo una vita tutta mediocre e ne vorrei perdono, ma a chi chiederlo con certezza d'ascolto? Molti problemi mi hanno accompagnato la vita tutta, irrisolti o con risposte insoddisfacenti. Così quello del dio, che ora spero chi sappia perdonare sempre. Assetato d'amore, anche umano, ho vagato desideroso d'ascolto da parte di altri uomini e più ancora di loro parole significative, in cerca di tracce divine. Ma ora credo nonostante l'indifferenza, forse solo apparente quella del dio, ma concreta di troppi. Allora scrivendone, comincio col chiedermi da onesto insipiente, quale sono rimasto nonostante la fede,
Ho, come un randagio, solo formicolato con tutti gli altri uomini sul dio, se lui è il mondo, artefice esso stesso di questo assai deludente tutto, in cui brulichiamo, e del suo e nostro destino?
Oppure il dio è distinto da questo tutto e, o sta a parte, esentato dal male, oppure è qui immerso ed è stato travolto con noi dal mondo, ospitante cattivo?
Mi chiedo anche, Può essere il dio se non è il mondo stesso, da tutto risparmiato? Quand'anche, non lo sarebbe dalle nostre assillanti richieste di aiuto, tanto siamo travagliati, e anche non dalla domanda, sempre rinnovata, di manifestarsi con quelle virtù, che ci difettano e della cui scarsità o assenza ci lamentiamo da tutta la vita da doverne chiedere perdono!
Ma constato che l'umanità non sa completamente risolversi e il problema resta, o il dio è carico di tutto il male possibile e delle rare parvenze di bene, è cioè il mondo stesso, o è portatore di solo bene. Quest'ultimo, distinto dal mondo, è il dio dei libri sacri e della speranza di quelli come me. Sì, è l'agognato da sempre dalla più parte di noi uomini! È allora, mi chiedo, anche il responsabile della penuria o assenza, qui diffuse, di serenità e bene? I credenti, io tra loro, sono solo sicuri che ne senta su sé tutto il dolore!
Il mio amore però lo vuole perdente con me, vittima di questo tutto, il mondo, che, sua creazione, gli è sfuggito, gli fa prepotenza, l'ha detronizzato e fatto povero cristo peregrino, che chiede aiuto a noi, più fortunati, e prega un trascendente, che invoca padre suo e nostro! E io lo faccio con lui e nei momenti migliori ho gli occhi al cielo anche in notti diacce come queste, ma serene. Allora gli occhi presto si velano alle parole sacre, che pronuncio e, come dice una bella canzone, vedo, socchiudendo le palpebre, le stelle farsi corona, e ne ho pace!
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