giovedì 31 gennaio 2019

Il miracolo dell'amore


Già nel rapporto d'amore con un “tu” particolare, c'è inconfessata meraviglia che l'altro ci sia proprio per noi. Ma di più quando, dell'altro che ci è vicino, non importa come e quanto, si riescano a capire le difficoltà! Allora occorrerà, come vuole il Cristo, aiutarlo nel superamento e con attenta discrezione, così le sue aspettative nel concretizzarle, le sue pene nel porvi rimedio o consolazione! Sì, è allora che ci si meraviglia come ci sia capitato a portata dei nostri forse assai poveri mezzi, ma impegnativi interventi, quel qualcuno, che apparentemente nulla chiede, ma forse qualcosa s'aspetta! Ecco che l'amore diventa un miracolo possibile sempre! Quale amore? È assai dolce e gratificante sentire quando un “tu” particolare ricambia il nostro sentito, che vuole che bene realizzato faccia di entrambi la ricchezza, così la gioia che ne viene! Di più complicato approccio se si vuole il proprio bene dipendente dall'attuare quello dell'altro, con risposta incerta, se si opera ché il bene tocchi la persona nelle difficoltà di cui veniamo a conoscenza! Ma è anche così che occorre far vivere la propria anima! Sì, non solo consolandola con quella del “tu”, occhi smaniosi e belli che ci guardano, eppure tanto ci faranno soffrire, ma esponendola all'incomprensione delle intenzioni e allo scherno perfino, nell'insuccesso, di chi si tenta di aiutare! L'anima poi nulla sa del perché è qui messa a vivere, strano l'ambiente, strani i personaggi suoi, ma è l'amore che le fornisce chiave di interpretazione. Stiamo qui per apprendere l'amore nelle contraddizioni, per capirlo, avvenendo la comprensione di un bene solo nel desiderio se c'è la sua mancanza, o nella tema di perderlo. Considerare l'amore vero miracolo già accaduto nel melmoso mondo abbandonato, quando la tenerezza verrà incoraggiata, trattenuta per tema, tanti gli sgradevoli ricordi, nella vita nel solo bene, qui solo sua speranza!



martedì 15 gennaio 2019

Quanto trasforma l'amore!


Trasforma l'amore? Già amare fa vivere in armonia con l'altro, rinunciando così a qualcosa del proprio sé, ma col tempo sempre più si fanno propri i suoi interessi, le sue aspirazioni, i suoi sogni e si finisce con l'esistere per l'altro, per la sua serenità, per la felicità sua! Non solo si è una persona diversa, ma trasformati un po' o tanto nell'altra! E amando il dio che c'è di simile? Si finisce con l'esistere per farlo esistere per l'altro, ché la persona cara lo ami e se ne senta amata, con la certezza che l'amore qui scambiato abbia così superato la dimensione umana, non viva più ai margini del bel giardino fiorito, appena intravisto, ma i cuori amanti ci stiano dentro! Amare il dio è divinizzare l'amore, è prestare a lui, i propri occhi, le mani, le orecchie, ché guardi, tocchi, sfiori, senta la persona amata e i sospiri suoi, è far così che sia suo quel cuore tanto gelosamente celato, attento ai più piccoli suoi moti!



martedì 1 gennaio 2019

IL dio c'è, ma dov'è?


Vecchio, mi ritrovo una vita tutta mediocre e ne vorrei perdono, ma a chi chiederlo con certezza d'ascolto? Molti problemi mi hanno accompagnato la vita tutta, irrisolti o con risposte insoddisfacenti. Così quello del dio, che ora spero chi sappia perdonare sempre. Assetato d'amore, anche umano, ho vagato desideroso d'ascolto da parte di altri uomini e più ancora di loro parole significative, in cerca di tracce divine. Ma ora credo nonostante l'indifferenza, forse solo apparente quella del dio, ma concreta di troppi. Allora scrivendone, comincio col chiedermi da onesto insipiente, quale sono rimasto nonostante la fede,

Ho, come un randagio, solo formicolato con tutti gli altri uomini sul dio, se lui è il mondo, artefice esso stesso di questo assai deludente tutto, in cui brulichiamo, e del suo e nostro destino?

Oppure il dio è distinto da questo tutto e, o sta a parte, esentato dal male, oppure è qui immerso ed è stato travolto con noi dal mondo, ospitante cattivo?

Mi chiedo anche, Può essere il dio se non è il mondo stesso, da tutto risparmiato? Quand'anche, non lo sarebbe dalle nostre assillanti richieste di aiuto, tanto siamo travagliati, e anche non dalla domanda, sempre rinnovata, di manifestarsi con quelle virtù, che ci difettano e della cui scarsità o assenza ci lamentiamo da tutta la vita da doverne chiedere perdono!

Ma constato che l'umanità non sa completamente risolversi e il problema resta, o il dio è carico di tutto il male possibile e delle rare parvenze di bene, è cioè il mondo stesso, o è portatore di solo bene. Quest'ultimo, distinto dal mondo, è il dio dei libri sacri e della speranza di quelli come me. Sì, è l'agognato da sempre dalla più parte di noi uomini! È allora, mi chiedo, anche il responsabile della penuria o assenza, qui diffuse, di serenità e bene? I credenti, io tra loro, sono solo sicuri che ne senta su sé tutto il dolore!

Il mio amore però lo vuole perdente con me, vittima di questo tutto, il mondo, che, sua creazione, gli è sfuggito, gli fa prepotenza, l'ha detronizzato e fatto povero cristo peregrino, che chiede aiuto a noi, più fortunati, e prega un trascendente, che invoca padre suo e nostro! E io lo faccio con lui e nei momenti migliori ho gli occhi al cielo anche in notti diacce come queste, ma serene. Allora gli occhi presto si velano alle parole sacre, che pronuncio e, come dice una bella canzone, vedo, socchiudendo le palpebre, le stelle farsi corona, e ne ho pace!