lunedì 6 marzo 2017

Sulla generosità inesauribile dell'amore


Ho detto più volte che d'amore parlo volentieri non perché ben lo conosca, difficile in ogni epoca il mio rapporto con le donne, possibilità per il mio sentito di venir fuori e manifestarsi intenso e duraturo, ma perché così ho modo di parlare del dio, del suo amore, che però meno ancora conosco. Paradosso, quindi assurda pretesa? Non direi, dal momento che solo l'umano ad esso è più vicino e il solo modo di iniziare a conoscerlo è averne dentro almeno una parvenza.  Questa, in “nuce”, tutti possediamo, innato dono. Compito di chi l'avverte è farla crescere. Perché così l'amore può non restringersi a un sol altro, o ai pochi d'una cerchia, quelli a noi prossimi, o peggio restar legato al proprio sé egoistico, ma diffondersi deve, ripartirsi. Ma, sorprendente constatazione, senza restarne  diminuito, anzi arricchendosi, e farsi amore francescano, disponibile per tutti e tutto, universale. Devo cercar meglio su questo arricchirsi dell'anima nel donare il suo, che sento mi accade, ma chiaro non ne ho il perché. Io sembro aver importanza per questa donna, che par centuplicare il mio interesse per lei, scarso da sempre nel manifestarsi, per timida riservatezza, non per sterile orgoglio. E questo mi da sicurezza di vita, una vita sostenuta e protetta, amata appunto, ma ecco già l'inspiegabile, una prima stranezza, amato, posso non solo riamare, ma sentire l'anima farsi alma, perché genera benevolenza, che non posso racchiudere, non posso contenere, ma sento di doverla donare. A chi, a che? Anche se in me è, ne sono consapevole, dapprima solo pochezza, alla donna mia appena bastevole, essa è desiderosa di crescere facendosi generosità appunto, perciò inizio col donarne una briciola a tutti, anzi a tutto ciò che c'è sotto al sole. Basterà quello che ho? Sembrerebbe di no, partendo da un posseduto scarso, limitato, ma vero è che dopo il dono ne ho più ancora disponibile, ecco la vera stranezza! Come giustificarla? Io so che agendo così, se mimo sono, non posso che recitare l'amore divino con parole e gesti. Dal momento che nulla v'è di più grande, il suo amore anche questo arcano deve contenere! Allora deve accadermi quello che in lui da sempre è consueto! Scopro infatti una verità, l'amore divino mai si spreca, nemmeno per gli indegni, e tutti lo siamo in qualche misura, ma donandosi, ne viene accresciuto perché si spende a colmar difetti e manchi tanti che deve rigenerarsi, non può esaurirsi, il dio mai rinuncia a diffondere il bene, si contraddirebbe! Concludo per analogia, che questo proprio avvenga in chi lo imiti e in me che lo tento, cioè agendo come crediamo lui faccia, scoprire d'avere generosità che non si consuma, ma più ne è richiesta più se ne può attingere dal cuore, che sempre ridiventa colmo! E questa è la meraviglia dell'amore, non importa  come lo si chiami, indistinguibili divenuti l'umano e il divino. 
Mi chiedo allora, azzardando una congettura mistica, sperata perdonabile, Che non sia per questo che il dio solo non è voluto restare? Per sentire sempre più il suo amore, certamente per chi di sé gli si sarebbe fatto figlio e per chi si sarebbe fatta di costui madre, ma che non potendo più contenere, come in un fenomeno di induzione reciproca, un dare per un ricevere anche di più dalle due sue parti divenute persone, ha dovuto estendere al completamente altro, perciò ha dovuto far l'uomo e ogni altro essere vivente o no, creando il mondo in quest'universo immenso! Necessità dell'amore suo traboccante e inesauribile!


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