lunedì 13 marzo 2017

Una vita per l'amore


Noi viviamo nella natura e della natura. La più parte di noi pensa grossolano, a un serbatoio inesauribile di cose che si lascino sfruttare. Non solo, ma molti non hanno idea di ciò che è servito per un conoscere più approfondito, meno approssimativo dell'ambiente che ha permesso la vita e tuttora la sostiene e della vita stessa. Forse i più pensano per essa con la tautologia, la vita è la proprietà che hanno i viventi, e per loro basta. Quelle della conoscenza invece sono teorie aperte, che domandano adeguamenti e accettano progressi continui nella tortuosa strada, che le menti migliori in ogni epoca percorrono per solo provvisorietà di sapere sulla verità. Si vive invece per lo più in beata ignoranza. D'analogo accade nella vita religiosa. Ogni religione ha qualche scritto o un insieme di essi, libro che testimoni il travaglio interpretativo dei presunti rapporti col principale dei misteri che chiamano dio, o meglio il dio, a sottolinearne l'unicità come principio e fine del tutto. I loro adepti spesso si affidano alla interpretazione di altri, nella convinzione che essi con la loro vita coerente, ne testimonino la veridicità. Ma se vi si pone attenzione con serietà ed impegno, ci si convince che non v'è nulla di certo nel riferito da fortunati, che lambito abbiano la verità in ogni epoca, e che hanno raccontato quei fatti in onestà. Allora? La vita di ognuno è aperta alla verità e occorre viverla, non ci si può nascondere dietro a “il libro dice” o “quel suo interprete afferma”. Occorre una risposta personale, rischiosa, azzardosa, che ci impegni nella vita, che deve farsi responsabile, morale. Devo vivere la mia speranza!
É il dio una verità d'amore che nutre e riscalda l'umano? Certezza non ne ho, questa è la mia speranza, ma a me basta! É la mia provvisorietà nella conoscenza del dio, il mio rischio, e comunque so che avrò bisogno del suo perdono, io qui avaro di parole e gesti! Ma allora chi è in questa mia fede il dio? É l'amore di per sé, perciò l'amante che mi cerca per amare me proprio, e io, amato, lo cerco per ricambiarlo, per divenire quello che lui è, vero amante. Ma la dipendenza mia dalla sua iniziativa, l'ho detto, è solo speranza, di fatto sono io a cercarlo in mezzo a tante contraddizioni amaramente vissute e dell'amore suo non sento l'afflato. Perché? Io sono ancora in questo mondo di apparenze e di verità velate, dove non si ingoia che indifferenza e malevolenza, ma amo nonostante! Voglio quest'amore sublimato, voglio raggiungerne la fonte prima, io sono allora disperatamente l'amante di uno sconosciuto! Voglio incontrarlo, voglio si lasci amare, e intanto offro forse solo un povero amore alla donna mia, agli altri uomini, ai viventi tutti e a tutto ciò che v'è a questo mondo. Basterà?

Nessun commento:

Posta un commento