venerdì 12 maggio 2017

L'amore preteso




Amaro e sofferto fu per il cristo constatare il fallimento della missione sua tra i correligionari. Questi si sentivano vessati dai romani, pensati anche inquinare con la loro idolatria la loro religione. Essi non poterono capire la novità, la preziosità del comandamento nuovo dell'amore che include i nemici. Questo, che riassume e supera la legge tutta, accettato, li avrebbe vero caratterizzati come unici veri dissipatori delle tenebre che sempre la violenza subita e prodotta fa anche tra chi vi è avvezzo, perché questo era il mondo antico, violento, ed è quello di sempre. E lo trascinarono a morte calunniandone le intenzioni, preparando, con quest'atto proditorio, le premesse alla ribellione, che cara sarebbe costata! Fu la distruzione della loro civiltà e la dispersione del loro popolo. Tragedia destinata a ripetersi nella storia della chiesa dei seguaci del cristo. Sempre il non amore ai nemici, la necessità del loro annientamento, comportò allontanamento dalla vera fede, regresso nella spiritualità. Ma tutti siamo seguaci sprovveduti, inadeguati in ogni epoca alla novità del preteso, l'amore al prossimo tra cui includere si deve il nemico! Ma se capiamo l'enormità del nostro fallimento, viviamo dolorosamente la nostra incapacità che ci fa ultimi, il perdono per la nostra insufficienza sarà immancabile! La nostra vita ha lo scopo di raggiungere il bene, ma l'epilogo dei nostri sforzi sarà il perdono per non averlo capito! E' così il nostro dio, non può non perdonare dal momento che ci ama perfino se gli diventiamo nemici! E sempre accade!

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