Là dove vita fiorisce, il bene non vi può essere del
tutto assente, almeno come speranza la deve accompagnare, affinché essa non
illanguidisca. Ecco, tutto nuvolo è oggi questo cielo e son nuvole nere, che
poca luce lasciano filtri, ma pur c’è il sole oltre la loro schermata e ben
tornerà il caldo luminoso sereno!
A questo mondo se si vive là dove sono prevalenti
uomini che prevaricano, beneficio solo personale cercando, o di pochi, a danno
dei più, l’oppressione dei deboli sarà forse duratura a meno che qualcuno abbia
palese un comportamento ben diverso, che non lasci spegnere nei succubi la
speranza di un destino migliore e allora ben verrà un forte, chi un cambiamento
radicale promuova e attui! Ma forse crederlo possibile è più ancora della
speranza del bene, è fede! Ma non sono io chi un po’ ne ha? Allora aggiungo, Se
il bene da tutti sognato ridiventa evidente nella vita, sole non schermato da
nubi scure, esso le dà un significato nuovo, la preserva nel suo calore, la
promuove nella sua luce e, togliendole molte angustie, le dona serenità, pace!
Tentò questo il cristo per noi tutti? E se sì, pavidi i suoi, ostinati a non
capirlo i più, non concluse che il regno suo qui non poteva fondare? Io so che
in lui non v’è contraddizione, ma pur mi chiedo, Se gli uomini di ogni epoca
recettivi non sono al regno del solo bene, perché è venuto a proporlo lui
proprio, il cristo, sicuro del non ascolto, sicuro del fallimento? Perché è
dovuto anche morire del suo sogno? E perché qualcuno in questa tormentata
storia umana viene sempre a riproporlo, sebbene utopia qui, ma dicendolo
anticipo del solo bene della vita nell'oltre, e lo ripete nonostante le
continue smentite e lo fa non a parole ma con gesti eroici, rendendo attuale il
dovuto subire dal cristo? C’è chi sostiene, e sosterrà sempre, che il male sia
necessario al bene, e debba essere pur mantenuto perché il bene ne risulti
apprezzato anche per poco, perché soffocato sempre ne viene dal male imperante!
Ma se il male è invitto e onnipresente, il costo del dovuto subire per il poco
bene permesso non è sempre troppo alto per gli uomini tutti? Non finiranno col
subirlo anche gli apparenti al momento esentati, i ritenuti fortunati a questo
mondo? E non sono forse tanti, troppi, quelli che ne devono soccombere, per un
assai poco, a volte, o per nulla, loro affacciarsi alla vita! Parlo dei bambini
che mali assurdi rapiscono all'amore e dei non nati. Lo stesso cristo non ne fu
succubo, per divenire la sua una delle innumerevoli croci innalzate in ogni epoca?
Tutto ciò è mistero del dio! Ma nel credente fede e speranza continuano a
fondersi e per lui veramente la vita vissuta è solo una parentesi spesso
dolorosa, ma con la positività, di riconoscere, apprezzare il poco bene che c’è
nonostante, che vede come barlume del dio! Egli anzi vede il poco bene presente
anticipo in questo mondo, pur tra tanto male dal dio permesso, della
beatitudine della vita nel solo bene, a cui spera che le personali sofferenze
gli permettano accedere, sufficienti, il patito dal cristo in ogni epoca a
quelle personali sommandosi, se si ha fede! Ingenuità, follia? Ma chi è più
folle? Chi crede d’aver capito l’inutilità della vita, e avido ne prende quanta
più ne può avere piacevole, per dover comunque morire disperato, egoista alla fine
privo di tutto, se nessuno un po’ d’amore gli avrà donato, o chi la accetta
così com'è per tutti, incerta, brutta spesso, con poco bene, poco amore, poca
gioia, ma si sforza sia migliore per gli altri anche o sopratutto? La sua se
davvero follia, è d'amore! Prega un dio sconosciuto che quanto qui permette
abbia un minimo senso, e pone le personali rinunce, le inevitabili delusioni e
sofferenze come supporto alla sua speranza, che lo proietti oltre il dolore, sì
alla sua beatifica visione!