domenica 19 maggio 2019

Il Cristo dentro

Nella vita di tutti vicende inquietanti e dolorose. Ed è allora che vorremmo comprensione e conforto, che mancano dagli uomini e del Dio si fa più assordante il silenzio. Rammarica il comportamento di chi ci vive attorno, ma più l'apparente rifiuto del Dio ad aiutarci. Sì, col Cristo che ci vive dentro, esclamiamo, Abba perché m'abbandoni? Perché abbiamo, nonostante l'avvilente vissuto, una certezza, ci sta dentro il Cristo a spartire tutto di noi! Ma se questo è vero, ed è la nostra fede, egli, che vicaria Dio, patisce la nostra sofferenza, che perciò è anche di Dio. Allora il padre suo e nostro non è davvero indifferente a quel che ci capita, anzi il doverci apparire come chi rifiuta aiuto, credo ne aumenti la pena. Ecco la verità, l'amore nasce e vive in mezzo male di questo mondo, ma chi ha voluto così ne soffre quanto o più di noi tutti! Ma sapere che il suo Cristo vede con i nostri occhi, opera con le nostre mani, dice le nostre parole, gioisce nel nostro riso o piange le nostre lacrime, è questo il conforto! Allora per quanto il male ci prenda, grideremo, Ben risorgeremo con lui! 

domenica 12 maggio 2019

L'inferno


Molti dubitano dell'inferno, condizione dei reprobi, che a noi, che viviamo nel tempo, appare permanente. Ma qui che è l'indifferenza per le conseguenze del male, tanto diffuso, sull'appena accanto? Non è forse quanto più lontano dal Cristo ci possa essere? Egli dal Dio è uscito ad avere empatia per tutti ed è rimasto a spartire con noi e ogni altro vivente il dolore. Allora l'inferno c'è almeno qui! Speriamo che quello minacciato dell'oltre sia vuoto, tutti nel perdono di Dio! La sua è volontà incontrastabile di riottenere chi qui si è a lui negato. Io ne ho desiderio per me, allora devo sperare il perdono per tutti. Perché se desidero per me un qualunque bene devo pensarlo disponibile, raggiungibile, almeno da chi mi vive accanto, quindi da tutti. Si dice giusto che il perdono ha condizione preliminare nel pentimento. Io l'ho per la mia vita mediocre. Ma è la mia condizione innata o acquisita? È ingiusto pensarla innata, dote di cui si può nascere privi, deve acquisirsi come ogni altra ricchezza per l'anima. Chiusa essa però può rimanere come ad ogni altra cosa degna e bella di qui. Ma quando accade, essa è malata. La capacità di cura l'ha solo il grande medico, che ben dovrà occuparsene qui o nell'oltre!



lunedì 6 maggio 2019

La musica

Quest'umanità, e io degnamente vi appartengo se ne so e ne condivido la sofferenza, pur sogna. E che? Che quanto pur di bello ha, così la musica, che carezza fa al cuore e che è scambio, partecipazione alla gioia e al dolore, sia una realtà dell'anima, che le suggerisca l'oltre e chi vi sta. E questa realtà che è la musica, che privilegiati hanno nel loro sentire e, trascrivendola in note, ne fanno dono a tutti, anch'io avverto. Ma in che misura e quando? Quanto io so condividerla come fede, fiducia, con chi ho accanto, permettendogli lo stesso mio sogno, che prevarrà quello che suggeriscono il bello e il bene, l'amore. Sì, quando avverto preziosa la capacità che la musica mi dà di sognare e so farne dono a chi amo!

giovedì 2 maggio 2019

Aprirsi alla speranza


Tanto la vita può deludere che del bene se ne perdano anche le tracce, così che il mondo insegni più ciò che esso non è. Ma io so l’agognato, ho vicino occhi che sempre ne parlano! È esso però qualcos'altro, diverso, poco o molto dal nostro vissuto. Sicuro mi fa barlume il rimpianto di cose innocenti e lontane, sorrisi sinceri, parole buone, tra cui si perdono le apparenze del bene, fugaci, ma pur vissute, pur sfiorate! E oggi? Lo stellato, che vorrei saper veder con gli occhi di chi l’ha dentro, quelli di questa donna ancora innamorata, quelli che m’aprono alla speranza! Così è, credo, per tutti. Ma perfino l’esperienza attuale del male, che talora ingombra corpo e anima, quando non eccessiva e opprimente, stimola a desiderare l’oltre, il bene, qui troppo spesso solo potuto sognare. Là la vita del nostro Dio, qui con noi quella del suo Cristo!