“Damnatio
memoriae” è il proprio negativo giudizio quando il mancato
richiamo dell'esperienza passata, per difetto di memoria del proprio
vissuto, non ricordato subitamente, non permetta, come per un già
accaduto, un déjà-vu, la valutazione e il superamento delle
difficoltà nel proprio presente, in una società indifferente,
quando non ostile. Se io mi riconosco in una fede, e la mia è la
cristiana, non sto da solo di fronte alla novità morale di un fatto
che mi riguardi, ma seguo i dettami che mi vengono dalla tradizione
della mia parte, che fa o tenta di far riferimento al cristo. Ma
anche allora spesso nitida la memoria, se superficiale, non ho se mi
fermo alla novità del linguaggio e l'accaduto mi rimane non a fondo
compreso nella drammaticità sua, nella coscienza che ne dovrei avere
nella mia fede cristiana. Così ora che è stato ucciso un anziano
sacerdote da violenti, riandare a fatti analoghi anche del recente
passato non basta, ché mi sacrifica la comprensione, sì, la
coscienza dell'accaduto, col non saper bene quanto mi coinvolga, uomo
e cristiano! Io devo aver ben altra memoria cominciando col ricordare
che dal cielo non mi viene richiesta una vita d'ossequio nel rito al
dio in precisi luoghi di culto, è quest'agire un di più dell'uomo
pio! Ma più ancora! Sì, ora e sempre la necessità di riferirmi al
cristo con quello che gli accadde nella incompresa novità del suo “
Diligite inimicos vestros”. Ecco la completa memoria! Tutta la
nostra vita religiosa consiste nella drammatica comprensione del suo
comandamento nuovo, che tutti gli altri, i nemici veri o presunti
anche, privilegia nell'amore!
Ma
come i politici interpretano l'accaduto? Dicono, Siamo in guerra,
taluni vengono oggi e ci uccidono, altri violenti son figli di
accolti di ieri e ci uccidono!
E
così non propongono alcuna risposta d'amore! Ma quelli come me non
devono dimenticare che c'è un solo dio ed è d'amore! Tutto ciò che
non è amore fa schermo e, frapponendosi, non ne permette che visione
confusa o nulla! Mai egli ha richiesto o richiederà l'annientamento
del nemico e se di lui altro in alcun luogo è detto, fu per
valutazione erronea della volontà sua! Se veri credenti, occorre che
il cristo riviva in ogni volontà, in ogni atto, affinché quello che
a lui accadde possa essere un atteso possibile, nella consapevolezza
del proprio sé con i limiti suoi, nella ricchezza o carenza della
propria anima! Solo così potrò dirmi e dire, Io prego per noi due
con le parole che tu, che nemico mi ti vuoi fare, più dir non sai!
Sì,
questo perché i detrattori ci accompagnano la vita tutta e amarli
occorre iniziando col perdonarli e così anche quelli che non si
contentano di schermaglie, ma vera guerra ci fanno, che occorre
subire, novelli cristi, anche se è umano cercar la difesa, perché o succubi o
annientati ci vogliono! Perfino il cristo paura ha avuto
nell'imminenza dell'epilogo del destino suo terreno, che presagiva
tragico! E noi non siamo più di lui! Ma ci conforti sapere che il
male è solo permesso dal dio per il privilegio di libertà anche di
chi ci offende! Tutti in vero abbiamo la libertà di negare l'amore,
ma anche, o soprattutto, di riaffermarlo a dispetto del presente,
vissuto da succubi! E io, minacciato, questo disperatamente tento! E
allora mi proietto oltre la tristezza del presente che mi fa nemico
del fratello deviato, che mi fa minaccia, e posso dirgli, Sei tu la
prima vittima della violenza che mi fai, ma presto staremo in cielo
perdonati, io per avertela suggerita, tu per averla concretizzata
nella erronea valutazione di me, pavida vittima divenuto!