Ecco è proprio così, nulla veramente nuovo sotto al
sole. Si vive da uomini in una mediocrità spirituale, che sembra limitarci i
sogni e condizionarci la vita, ma che pure deve essere una preziosità, viste le
tante insidie cui il male la sottopone. Perché? Forse per ucciderci la speranza
di pienezza di vita qui o nel dopo. E più lo farà quando, vinti, cederemo
all'abbandono e al silenzio del dio. Ché per pur mille cause seconde, è sempre
di questo che si muore! E di questo destino è come una sacra rappresentazione
l’accaduto al cristo, che muore dell’abbandono del padre. Ma egli è la vita e
questa ritorna, risorge! Allora credergli è la sola speranza, che tutto ci farà
sopportare, il proprio fallimento, il pianto nel dolore dei bambini e dei
vecchi, la malizia degli altri disperati, che sottrarci vogliono il nostro
poco, la superbia e l’indifferenza dei fortunati, che deforme hanno l’anima
come tra noi molti infelici hanno il corpo. Ma la speranza stessa potrebbe
essere l’estremo inganno del male, la
sua vittoria comunque, che ci aprirà la voragine del nulla. Ma quale
contraddizione, la vita qui comunque riproposta e ciò che l’insidia fino ad
ucciderla, destinandola al niente da cui è venuta, con essa muore! Ma allora il
nulla non è tale, ripropone, insiste, lotta perfino il male! Ha la vita in sé e
a questa destina tutti. I reprobi pure ché anche a loro qui l’ha donata! Ché
tutti pentirci dovremo di esserci contentati di vivere nella mediocrità, non
lottando il male che fa schermo, barriera al bene, ché ne restino attenuate le
conseguenze della necessaria presenza sua. Esso ha una ben strana valenza,
s’adopera, s’affanna per distruggere la vita, ma la riafferma, mostrandoci la
precarietà non solo nostra, ma anche sua. E allora reca paradossale un dono, la
consapevolezza dell’amore, che è lo stesso cristo! L’amore, che alla creazione distinguersi,
allontanarsi dovette dalla creatura e farle luogo, e fu un male da cui ogni
altro venne, si fece possibilità, scelta
consapevole appunto. Ma con destino simile agli umani più tragici per essa uomo divenne per lasciarsi toccare,
criticare, tradire o amare, come accadere può ad ogni altro uomo. E qui ogni
uomo offre se stesso a chi sa apprezzarlo e ritenerlo prezioso, irrinunciabile
per il cuore suo. Amore nascendo, allora avverrà ciò che accade in ogni vero
amore, che più distinguere non si possa tra amante e amato che riama, e vero
gli uomini saranno sicut dei, speciale l’amato riamante! Un sol luogo, un solo
modo d’amare. Allora il male egli
permette, ché molto amino coloro cui esso più pare accanirsi! E tra questi anche le sue vittime più ignare, gli
apparentemente esentati.
Ego sum
resurrectio et vita! Io sono l’amore!