E'
certo che l'uomo trovi l'amore da sé e in sé, e fuori spesso la
desiderata corrispondenza, avendo necessità che il suo sentire ne
esca per coagularsi su una particolare persona. Può perciò solo
sceglierne modi e tempi di condivisione, ma deve prima scoprirlo come
sentimento, sua profonda esigenza, irrinunciabile richiesta del suo
sé. L'altra persona sarà chi, avvertendo d'analogo, lo indirizzerà
a lui proprio, aumentandone il sentito, cioè chi avrà la necessità
di adattare il suo sentire fino ad armonizzarlo con quello
dell'altro. Donerà per questo con generosità il suo, più ancora
dell'appena accennato dall'altro, a volte solo intuito nel suo cauto
svelarsi, quello temendo certo incomprensione o ripulsa. Così se
l'altro ha appena cenni di benevolenza, questa è ricambiata palese,
senza vana prudenza, ma nella fiducia di accoglimento e maggiore
intesa, affinché l'altro più ancora esprima il suo, che ne
risulterà accresciuto, e quel che svelerà risulterà gradito e
atteso. Ma sempre si tratterà di un sentire che oscillerà tra
gioia, qualche turbamento, a volte non poca sofferenza. Penso che
questo comportamento sia più evidente nell'innamoramento, almeno
quello dei tempi miei, quando credo accada proprio così tra
l'accenno timido del maschio proponente e recettiva donna alle
lusinghe sue, a lungo già percepite e sognate, che incoraggi ché si
manifestino e più chiare si palesino. Ma quante incomprensioni,
quanti equivoci da superare perché psicologie tanto diverse si
scoprano complementari e irrinunciabili! Simile è il nostro rapporto
col dio, lo preghiamo perché più ancora esprima il suo per noi,
sognato, agognato tra troppo diffuso male! Dal dio non può venire
che amore, eppure permette il male, dicono perché si possa dir di no
alla sua timida proposta, tanto gli sta a cuore la libertà di chi
ama! Così analogo il no della fanciulla che fa incanto
all'innamorato, ma che non accetti la proposta sua. Quello ne
soffrirà, ma sarà il tributo che qui pagare occorre ché la
decisione dell'altra persona sia libera, anche se spesso erronea, se
qualcuno, malevolo, s'è interposto! Sì, anche questo m'è accaduto,
ragazzo! Opportunità perdute, parole serbate in cuore e tante, e non
potute dire, da dimenticare, quelle che, pronunciate, si sarebbero
sperate gradite, forse dolci, ma che, trattenute, si son fatte sicuro
amare! Ecco che fa il male, si insinua e fa dir di no all'amore
proposto, al dio perfino! Assicura così la libertà nella decisione?
So per certo solo che del rifiuto un pesante scotto si dovrà pagare,
ché se c'è rivalsa nell'amore umano, e potrà verificarsi miglior
fortuna sia per il proponente rifiutato che per il rinunciatario, non
c'è di simile se si rifiuta il divino, quando si sia detto di no,
non a un amore, ma all'amore! Ecco, chi ha negato il suo consenso al
dio dovrà vivere nelle apparenze e delle apparenze che solo sa
offrire questo mondo, sì, tra gli inganni suoi. Ma potrà sempre
ricredersi e proporsi, sua l'iniziativa! Ed è da tanto che sapere
vorrei se la mia è stata gradita e per questo m'appello alla bella
del cielo! Ma questa fa di simile alle donne tutte, sembra ammicchi,
sorrida perfino, per poi celarsi e negarsi e io resto nello sconcerto,
dubbioso e ne soffro!
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