Quantunque
la nostra possa essere stata una vita ben spesa e pienamente vissuta,
pure potrà esitare, oltre che nelle frequenti assurdità che ci
minano o spengono l'integrità del corpo, anche nella sconfitta dei
propositi, che scompiglio ci fa nella mente. Fallimento doloroso, che
ci farà somigliare al cristo nell'epilogo della vicenda sua. Ma così
accadendo, ci sarà somiglianza anche con la resurrezione sua? Sì,
è speranza della fede! Ma come la morte non fu per lui solo fisica,
ma anche spirituale, abbandonato dal padre suo, così la nostra,
la spirituale anticipata nel fallimento di tutti i valori, che la vita di qui fanno
degna. Questa dissociazione nei due aspetti della morte, con quella
spirituale che afferra per prima, è condizione davvero misera, vero
calice amaro, che invano rifiutato, abbiamo dovuto bere! Bontà e
impegno hanno fallito e nella nostra mente vuote e senza più senso
le parole amore e dio! E il cristo che farà? Nella preghiera s'è
fatta penosa la sensazione che egli non ascolti più, o mai l'abbia
fatto, pia illusione d'amore come tante! Sì, così la
disperazione! Ma questa potrà non sfociare nella composta
rassegnazione di chi, sconfitto, attende disarmato l'epilogo
definitivo, potrà accadere qualcos'altro. La preghiera ostinata
sfociare nella ribellione a quanto di estremo e indicibile sostanzia
per noi il male, con la perdita del cristo perfino! No, diremo o
urleremo, io sono destinato alle stelle! Ecco allora la nostra
resurrezione spirituale, la vittoria anche solo temporanea, ma
completa sul male! Ecco la vera somiglianza col cristo, sì risorto,
ma che continua a morire in ognuno che muore!
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