La
vita s’alimenta di tante cose, ma l’amore che può dare si ciberà
d’altro amore soltanto e tutta languirà senza! È come se tutto
sia preparatorio all’incontro con l’altro, il “tu” che non
solo la nutra dell’essenziale, ma la riscaldi anche. E m’è cara
ed espressiva l’immagine di chi in notte fredda bussi inascoltato a
più porte, prima di quella del “tu” che l’accolga generoso,
lampada accesa e focolare scoppiettante! Allora ecco alla fine
l’amore da un “tu”, che invita alla vita ed è la vita! Perché
le dà senso e la sostenta. Ma la vita, anche se confortevole s’è
fatta, degna d’esser vissuta, per quel che qui duri, può aver
bisogno di un più ancora. Che cosa? Non amore da ricevere, ma da
donare e donandolo, meraviglia, avvertire il bene posseduto non
diminuito, anzi come incrementato dal dono. È simile
all’atteggiamento verso quel “tu” particolare col quale esiste
sodalizio, condivisione, questo nuovo verso ogni altro, ma senza
nulla attendere in contraccambio. È un bene proprio tutto nuovo, mi
chiedo, o lo si è anche ricevuto prima di essere capaci di donarlo,
e quando? Sicuro io sono stato accolto dal mio “tu”, questa
piccola donna, mi è stata anticipata fiducia, prima che nascesse in
lei quello speciale sentito che si chiama amore, suo desiderio di
felicità per mezzo mio. Tutto è proprio accaduto come se qualcuno
abbia reso recettivo questo soggetto, gli abbia messo nel cuore quel
desiderio. Quel possibile “tu” s’è lasciato avvicinare e m’ha
fatto parlare tanto, affinché un vero sentimento nascesse in
entrambi e non una vaghezza. Ha avuto bisogno di conoscermi nella
profondità dell’anima mia, molte cose intuite, ma altre da
toccare, verificare! Ma poi s'è ampliato, un nuovo amore dall’amore! Sì suo superamento, ma ha fatto seguito all'iniziale, ne ha avuto bisogno
come di una fonte cui attingere per nascere, crescere e poi aprirsi a
tutti! Insomma l’amore umano, inizialmente limitato a un “tu”
particolare, genera in apparente spontaneità quello nuovo, ma da chi è nato, è venuto, il
primitivo? L'amore è stato inizialmente il desiderio di felicità
con un “tu” particolare, ma poi s'è ampliato, perché ogni altro
è divenuto a un tempo destinatario e datore di felicità. Ma quale
la fonte di ogni possibile amore? Per me credente, ogni amore viene da chi è l'amore
stesso, il dio, che per primo ci ama! Il nostro finisce col diventare
amore imitativo dell'originale del dio, con noi stessi piccola fonte
d'amore, perché tutto apparentemente avviene come se in noi sia la
capacità dell'amore nuovo! In verità, il nuovo più ampio, che è
simile a quello che ha lo stesso dio, che tutti ama, nasce sì
dall'amore umano ristretto a un “tu” particolare, ma è il dio
che ne fa necessità in ogni anima! Anzi, ultima osservazione, questa
possibilità, apparentemente spontanea, di ampliare l'amore iniziale è in
definitiva la sola prova che il dio c'è, perché è possibile far
vivere qui, in questo nostro mondo, ciò che lo definisce, l'amore
per tutti!
Nessun commento:
Posta un commento