sabato 26 luglio 2014

La testimonianza dell'amore









Tante occasioni di pianto, lacrime amare trattenute o no, ecco la vita di molti. La mia, la tua, dolce compagna! Poi, come dalla brulla nera terra nasce bianco un fiore, così fa amore, sboccia candido in cuore da cure e vanità assillato e insterilito, e fatto buio, triste. E per noi è accaduto … Ma svanisce il tempo e la gioia che amore accompagna con esso finire dovrà! E vorrei saperti dire, È stata la notte, è l’alba appena tutta la vita insieme vissuta, viene il giorno vibrante di gioia novella! Basterà crederci, avere fiducia … Ma quanta? tu saper vuoi! Tutta la possibile, ti rispondo! E intanto mi dico, Sono stato amato da questa donna anche con gelosia ombrosa, sì, tutto ho avuto dal suo cuore! La perderò o sarà con lei una gioia diversa, anche solo casta, vita nuova nel luogo del solo amore, dove il dio è? Perché se questo sarà, soltanto venir potrà da chi non sta per sé solo, ma per noi soprattutto, il dio di tutti, per tutti! Possibile, mi chiedo vero ci sia fuori del mondo? E mi rispondo, Già l’amore umano non è forse uno stare per un altro almeno, cioè non star per sé soltanto e quindi non egoismo? Ma basta questo perché il completo non egoismo, il dio, la generosità assoluta, sia di per sé? Allora ti dico, Noi abbiamo, con lo stare l’uno per l’altro, anticipato il paradiso del dio, però testimoniando non l’essere suo al di là delle cose del nostro mondo, ma il suo esserci, proprio tra le nostre bagatelle, sì, nei nostri cuori almeno! Ma non basta! A veder bene, l’amore limitato a chi ci ama è una forma d’egoismo, non può testimoniarlo! E allora? Qualcuno, è di questi giorni, ha avuto fiducia nell’essere del dio al di là delle umane miserie, congetture e saccenterie, fino all’eroismo. Una donna, scudo il suo povero amore, ha meritato, pur incinta!, per i più del suo paese cento frustate e ben altro ancora avrebbe dovuto patire fino a morirne! Noi, i mediocri dello spirito, mai arriveremmo a tanto e diciamo quasi a giustificare tanta nostra insuperabile debolezza, In fondo la vita è rischio di non senso!La nostra potrà essere solo una cauta scommessa sul bene che prevarrà! Salviamo così la dignità di uomini? Non credo, restiamo pusillanimi, non molto diversi da coloro che giustificano il totale disimpegno, temendo di esser fatti oggetto di scherno da menti superiori, tante!, per forse un solo vano lottare per una incerta causa, l’affermazione del bene appunto! Chiediamoci, Servirebbe davvero, qualora possibile, ragionare dello stare del dio fuori del mondo? No, solo un pratico operare è essenziale, occorrendo testimoniare la verità sul dio, non discuterla! Perciò questo atteggiamento tanto diffuso, in fondo un non compromettersi, sì, questo cautelarsi, questo far riserva, è soltanto non fede. Perché? Esso limita, arresta perfino, la generosità di quando tentiamo di estendere l’amore il più possibile, unica vera testimonianza della possibilità per il dio di essere fuori del cuore umano e perciò del mondo, e dettargli di amare tutti, i nemici perfino! In verità noi siamo in una perenne altalena tra il volere più e più ancora estender l’amore, e così somigliargli, e il rischio dell’incomprensione degli altri con paura di ridicolo. Ecco se l’amore teme il ridicolo è persa la scommessa, azzardata pur con tanta cautela da noi pusillanimi, ha già vinto il nulla!

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