lunedì 16 gennaio 2012

Amore per amore

Freddo è qui ormai e le operose formiche del chinale tutte rintanate si sono. Per tempo hanno provveduto le necessità della lor piccola comunità e forse numerose fuor non ne verranno, se non alle mattinate tiepide di primavera... Che società la loro, tutte vi fanno del meglio e a ciascuna vien dato secondo le necessità sue! Forse con loro il buon dio ha voluto mostrare che una comunità di virtuosi, pur nel male diffuso, è auspicabile non solo, ma possibile, se ciascuno per l’altro è. Forse le comunità d’un tempo lontanissimo, dei primordi, erano così davvero. Poi venne il veleno dell’avarizia, che tutto a sé riferir vuole, e fu il tempo che male a male aggiunge. E’ una visione semplicistica, che sorridere sol fa? Ma semplice è la verità. Tutto ciò che di buono e vivo c’è, dal dio viene, l’altro è aggiunto, e da chi e perché? E lo specchio mai diventa muto, riproduce quel che gli sta di fronte, nulla aggiungendo, nulla celando. E la nostra immagine riflessa nulla ha del dio. Non è vero che signatum est super nos lumen vultus tui, domine! Niente v’è nell’uomo , nulla v’è innocente. Nihil est in homine , nihil innoxium! E la moneta nulla vale se non è di conio sicuro. E allora riandiamo alla moneta mostrata al signore. Essa vale perché c’è un’effige, una garanzia e prende un valore, l’indicato. E il padrone, Cesare, è geloso del ritratto suo e la moneta ha un valore di rappresentanza, di riverbero. Nulla sarebbe quel metallo e invece è qualcosa e per l’effige impressa! Ma in noi non c’è l’effige del dio e nulla valiamo. Che dice la moneta? Qualcuno farà un valore equivalente. E che così accadrà, è il padrone dell’effige a garantirlo, è lui stesso l’avallo. E se noi avessimo l’immagine del dio si potrebbe ben dire, ecco qualcuno di cui aver fiducia, ché garantisce il bene possibile mostrato, esso ha in qualche luogo, in qualche tempo esito sicuro, ché è di conio sicuro e di bollo autentico questo volto. Nulla di questo in noi, solo vacuità cenciosa. E il signore rifiutando della moneta il significato, vuol dirci che non altri dovrà fare, concretizzare col suo lavoro chissà dove, chissà quando un valore scemo ora,
perché noi dobbiamo ora e subito, tutto il possibile, il richiesto e più anche, non un po’ solo,l’appena, e lo dobbiamo con l’intelligenza, la determinazione, la prudenza, che l’urgenza del compito, non ad altri devolubile, richiede. E sarà la volontà, l’anima nostra intera, spirito e corpo a impegnarsi, ché si possa ben dire, ecco in costui c’è un po’ del dio fattosi or ora prossimo, ecco qui, del suo volto, una parvenza, è lui proprio il garante, ché quello che or ora si fa è bene, è opportuno, è necessario. Sì, è così proprio che al dio viene restituito ciò che è suo, l’amore, che nei cuori aridi ha seminato, ché frutto dia. Ed è a te, bella signora, che ognuno questo deve, l’attualizzazione del bene, ora qui, non domani, poi, là, oltre, non la parola astratta del si farà, ma l’immediatezza concreta del fare ora, subito. Ecco l’amore restituito al dio che ne è garante, cioè la potenzialità che si fa atto, concretezza, come, dove? Quanto la situazione esige e più ancora. E il dio è geloso del ritratto suo e lo specchio, che non è muto, nel nostro volto, dà allora proprio l’immagine tua. Nulla ha di suo lo specchio, dice cosa o chi gli sta di fronte, e se potrà mostrare qualcosa di tuo, ecco, tu ne sarai gelosa. E io mi guardo e dico, che ho di tuo? E tu mi dici, per vedermi in te ridammi del mio!
Ecco io tento, vero ti do amore per amore?

Nessun commento:

Posta un commento