giovedì 5 gennaio 2012

Quali parole?

Come tu, per lasciarti amare,
tanto ti limiti che un cuore di donna
può contenerti, e permetti a chi ti cerca
di trovarti lì, discreta, nascosta, ma pronta
a farti dono, così ora in questo tempo, il dio
di cui tu sola sei la manifestazione ultima,
fa sì che ancora lo si possa completamente 
amare, se vero te amiamo, innamorati!
Così fu in quel tempo lontano di questa 
strana storia del mondo, che di te, il dio e l’uomo, è...
Egli si autolimitò e poté così farsi carne.
E accadde che alla natura umana fu permesso
di elevarsi e tanto, sia per la dignità,
che nuova le venne dal discendere fino ad essa
del dio, sia perché, quando tu donna eri,
egli ne esaltò la possibilità e la capacità d’amarlo,
fin dal tuo consenso. Quello a donargli un ricettacolo,
una latebra di te, in cui la maestà sua potesse
nascondersi per rivestirsi di te, carne e sangue.
Ché egli potesse essere conosciuto in quell’aspetto,
che nel silente caldo buio del seno tuo,
tu modellasti da informe grumo, in figura amabile,
dono soave all’uomo, e ne nascesse al mondo.
Così fu che, esaltata la natura umana, questa
al di sopra degli angeli tutti, fu portata 
e delle presenze tutte della celeste corte.
Ma tu anche meritoria ti facesti di cambiare
il rapporto degli uomini con lui, da eccessivo,
timoroso ossequio a una realtà numinosa,
avvertita terribile, inaccessibile, quanto misteriosa,
nel rapporto paritario d’amore che solo tra uomini 
può essere. E il dio si lasciò avvicinare, toccare,
amare, ché non v’era altro modo
che lasciarsi contenere nella dimensione 
dell’amore umano, uomo per te fatto.
Così che, dicendo tu, ecce ancilla domini, fiat...,
all’ave dell’angelo, che te ne annunciava il mistero
da attuarsi in te, tu sola permettesti al sogno
suo di concretarsi. Ed egli sì la maestà sua nascose,
ma anche i raggi dello splendore di figlio già tuo 
presso al padre fin dall’alba dei tempi.
E così si fece a noi familiare, uno che si può
incontrare, conoscere, apprezzare, far amico,
amare. E questo perché tu donna del consenso
fatta t’eri. Tutto per te, attraverso te sola,
e fiammeggiarono insieme due amori,
il tuo di donna dell’ora opportuna e quello tuo
nell’eterno, nel sogno del dio, ché tu,
già prima che il mondo fosse, da lui uscisti  
a pronunciare quel fiat che poi ripetesti.
E ora, oggi proprio, io so che il solo modo d’amare
quel tuo santissimo frutto, quel fiore umanissimo
che l’umanità tutta vuole s’indii, è amarti.
Ma come? Umile, te ne chiedo l’occasione,
l’opportunità, l’incontro. Dimmi le parole
che t’aspetti, sapore di vita, ché io temo
di dirtene di troppo povere e insulse anche
o di eccessive. Dimmele, ché le ripeta o le balbetti! 
Ma forse le mie comuni vuoi, ché sincere sai...
Allora lascia sogni te nella donna mia,
e che quelle parole, siano le stesse che a lei sola,
nella tenerezza, ripeto o balbetto. 
Sì, lascia che t’ami,uomo,nel solo modo possibile... 
sì, donna, come in lei sei.
Lascia che lei ed io rubiamo piccola gioia alla vita
e che qui la felicità che avremo in te, baleni! 

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