giovedì 5 gennaio 2012

Cuore della donna mia

Se tu dal mio cuore uscire volessi,
forse di sera glielo diresti, comunque solo buio mi si farebbe intorno…,allora che mi direi, che ti direi?
Infinita dolcezza e tenerezza di madre
o di sposa novella, simpatie d’amicizia,
e la speciale, che spontanea mi venne,
bambino, ormai chi sa più per chi,
dove più sono? E poi l’istintiva riconoscenza
per un altro giorno vissuto nell’illusione
d’amore e di gioia…Tutto ho perduto,
improvviso, dopo le parole tue di oggi…
E mi chiedo, di che mai son vissuto?
Che, chi m’ha condotto fin qui?
Ora, più d’altre volte, tutto estraneo
pare… e i ricordi, dei belli dico,
fiammate sembrano in questo buio,
che m’hanno fatto intorno le parole tue…
Sì, questo penserei e forse ti direi…
E se allora altri bussasse alla mia porta,
quella del cuore, allo scrigno
delle cose degne, serbate gelose,
che vi troverebbe?
Insensibilità solo, credo, e sconoscenza,
anche di quanto di bello e buono
vi sostava, pronto al dono e a te…
E l’anima rattrappita starebbe,
proprio come in quel cantuccio di soffitta,
dove stavo rintanato, nell’infanzia,
improvvisa fattasi solitaria,
alle contrarietà immancabili
e ai crucci di quella mia prima età…
Sì, proprio questo sarebbe, alla tua scontrosità
inattesa, alle parole che seguite ne sarebbero,
ai rimproveri forse e le immancabili accuse…
E ti direi, non sono io forse quello di sempre,
e di me non t’ho dato tutto quanto di buono avevo?
Perché ora ti pesano le mie vaghezze,
e più mi vedi disordinato, più ripetitivo,
e poi quel mio accennare a fatti,
cose sgradevoli lontane, che scordar
non posso, oggi perché pare t’esasperi, perché
sol ora sembri badare alla mia nevrosi, 
che tutto anticipa, nulla prevede,
a nulla rimedio sa porre, efficace?
Sì, queste ed altre riconosco tutte mie colpe autentiche e di sempre…,
ma se, vero, tu m’avessi detto questo,
di non volere più le mie ubbie di sempre,
sarebbe stato, credo, ché vero più non m’amassi… almeno non come, quanto il mio cuore, 
che avresti esasperato,vuole da sempre per noi… 
Sarebbe come avermi chiuso
l’ultimo spiraglio di luce da lanterna
cieca che ascondersi si volesse a me,
quella sera… Tu, ultima speranza
di un po’ di pace, di bene, d’amore.
Quello di donna che pensavo mio,
e forse, chi sa perché, solo mi illudeva di sé… 
E se così altrove si potesse volere,
e, vero, questo estraneo m’è di certo,odiare perfino, continuando ad amare, ambivalenza 
che al lontano amato poeta accadde…, 
tu quella sera forse temuto l’avresti,
ma sbagliando…
Invece, sicuro ti avrei chiesto, perché non vuoi rimanermi nel cuore,perché più bella per me solo
non vuoi restare, e dolce e serena,
come nel primo prologo d’amore
t’ ho vista? A chi se non a te sola, 
chiederò un po’ del calore, che solo donna sa dare?
E ancora più ti direi, la vita mia non ha che morti e fantasmi,vuoi che mi prendano fino alla follia?
E supplice, fa che daccapo nulla ti importi se non me solo,difendi l’amore nostro, non lasciarlo
vanire tra le ombre ricorrenti della mente mia,
già  sulla riva del mistero,e forse sull’orlo del nulla!
E ancora, accorato, lasciami un po’ nella serenità,
e, solo un po’ ancora, nel calore del tuo bene…,
ecco, almeno stasera, ancora stanotte… 
tra le braccia tue! 
Lascia a domani quel che vuoi sia…
Non lasciare il mio cuore ora, dissi ad altra,
e allora dovrei ripeterlo a te! Perché, aggiungerei,
è mediocre quest’amore? Se sì,
allora qui a questo mondo solo vorrò restare, 
e forse non ne morrò,
proprio come già m’accadde, lontano,
e d’altra donna cercherò l’illusione, 
ma allora della sola sicura, l’unica di vero amore
fatta, quella vista solo nel sogno! 
Deus propitius esto mihi
di quella sempre vago! 
Ma forse alle mie parole sincere,
da cuore ferito uscite, tu  piangeresti…
e io allora ti stringerei, forte…
E ti direi, no, niente mai distruggerà l’amore per te, ché cuore sei dell’unica donna mia! 

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