martedì 10 gennaio 2012

La roverella

Già le foglie sue cader lascia questa roverella, come tempo d'autunno sia. Annosa è, e radici salde ha. Che sia quest'eccessiva calura o cos'altro è? Così metafora mi pare dei giorni miei, che lenti talora o veloci spesso trascorrono, come fanno a cadere queste foglie che leggera brezza dal ramo distacca. Ma non così dei miei pensieri per te, che foglioline di leccio paiono rinnovarsi verdi.Oh quante volte nei sogni miei venuta sei! Ricordi...? Ricordi quando qui col tuo piccolo bambino eri, quando egli appena mi vide dalle braccia tue alle mie venir volle, tendendo a me le piccole sue? Tu me lo porgesti fiduciosa e io un po' lo tenni a trastullarlo e tu ne sorridevi...Ma poi, timida alla compagna tua più t'avvicinasti a schermirti, quando al tuo bel viso tenue carezza accennai, lodando la bellezza tua e tu quel gesto, dal qual sembravi dapprima ritrarti, assecondasti reclinando il bel capo su quella mano audace... Tutto è potuto accadere solo in sogno. Tanti, troppi giorni o foglie fa! Ma me ne sono rimaste di simili preziosità nella mente, ora che più non visiti i sogni miei. Cheti son questi talora, ma d'incubo talaltra, come se di nuovo, come lontano avvenne, bambino solo lasciato sia... E cerco il tuo volto nelle nebulosità che il tempo ha frapposte, ché più ben non so.E cadono le foglie della quercia annosa e già nei ricordi miei confabulo: sei stata o no con me, m'hai pur detto qualcosa o muta sei rimasta? Come, quando? Come cento vite fa! Sì, dei gesti tuoi che pur ci sono stati e delle parole per me, più sicuro non sono. Sì, cadono le foglie della vecchia quercia, sono lacrime, pensieri morti, sospiri... Dimmi se mai ti rivedrò, no dimmi che ti rivedrò! Vivo quest'attesa con la compagna dolce e l'amo per amarti! Quando sarà? Sarà quando la roverella spoglia tutta sarà al maestrale d'inverno?

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