sabato 7 gennaio 2012

La bellezza

Forse prima degli esempi pochi di bellezza
vissuta e di quello che ancor posso
chiamare bello nella vita mia, chiedermi
dovrei essa cos’è, ma è così povera questa
vita  che poco impiego a dirli tutti...

Sì, oltre alla bellezza delle cose tutte che
dalla natura la mia vista prende, nei tanti
aspetti suoi e vari, ma che riunire posso
dicendoli primavera, molte cose non ho da
richiamarmi, ché ormai ho lontane e
scolorate nel ricordo, ma pur ancor bello è
nella mente mia della madre il sorriso e gli
occhi suoi e la persona sua graziosa e
gentile e le parole sue indulgenti con me sempre...

Ancora dirò bella la bambina dei primi sogni
miei e d’amore e che poi ancor più lo
divenne, ma non per me, bella tuttora la
compagna mia dolce e buona quant’altri mai
con me, e che ancora innamorata si dice, e
il dio lo voglia! Bella la donna che tante
volte ha visitato i miei sogni, giovani e
arcani, ché proprio tu quella credo sia stata,
a dirmi qualcosa dell’amor suo e che spero
rivedere, quando sarà che più qui non viva,
nella bellezza sua abbagliante nel dio e che
ora il solo desiderio pallida immagine ne
cerca nel ricordo, ché tu qui più non
vieni...Allora mi chiedo, la bellezza cos’è?
So che molti hanno postulato nel sistema
loro di pensiero su essa o creduto di
spiegarne le ragioni alla luce della moderna
psicologia, ma per me essenziale resta il
pensiero antico. Platone pensa che il bene
consista  nel dare realtà ed esistenza alla
verità, che quando percepita ben espressa,
appare bella nel fulgore suo e destinata a
suscitare meraviglia e ammirazione in quelli
che contemplarla possono, realizzata o
attualizzata, così che il bello è lo splendore
del bene, del buono. Aristotele e san Tommaso
pensano che ciò che è, anche è bello
e buono e quando percepito, dà vero
grande diletto. Ma nella realtà delle cose,

queste distinte e confinate le une dalle altre,
le une per le altre, esistono, cioè meramente
sono, mentre  buono appare ciò che,
esistendo, suscita desiderio di qualche
facoltà percettiva, e bello è per la visione
ciò che appare un tutt’uno armonioso nelle
proporzioni sue. Allora il dio solo è, ed
essendo, è buono e bello in modo assoluto e
di per sé, mentre le cose tutte, create, lo
sono in quanto capaci di suscitare
ammirazione e desiderio per l’anima
contemplatrice, pronta a dilettarsi in loro.

Così anche bello può essere ciò che l’artista
ha pensato e prodotto dalle mani sue, se
ammirazione, desiderio e diletto suscita
in chi l’opera contempli. Ma tu, che questo
mondo hai lasciato, e che ora la bellezza
delle creature tutte assommi e ne risplendi,
che buona più non puoi di quanto bella,

tanto colma del bene del dio sei, e che certo
non pensi che amore per chi, e solo non
sono,ti invoca da mane a sera, ti sogna
donna ancora e per te sola tenta di dire frasi
con le parole povere della mente sua a
significarti l’amore che ricambiarti vuole,
dimmi se mai artista vi fu a significarci di te,
della bellezza e amabilità tue. Io ammiro
estatico opere del Beato Angelico, di
Michelangelo, di Raffaello e d’altri, che
tentato hanno di fornirci un’idea di te
sublimando la bellezza delle modelle loro,
ma sebbene il desiderio vada oltre le
apparenze, raggiungerti l’immaginazione
mia non può. Eppure quelle tue immagini
bellissime sono e certo, in chi sa
vederle, di te parlano, ma  io, come altri
penso, oltre non vado, ché la realtà tua
lontana e inaccessibile s’è fatta e lo sguardo,
nonostante quei sublimi suggerimenti, non
può penetrarvi. E la dolce Bernadette che
vista t’ha bella signora, mai ha potuto
riconoscerti in opera d’artista a cui sforzata s’è a descriverti... E tu sconvolta ne hai la
vita, ché incomprensione e dolore hai
permesso v’entrassero forse a significarci
ciò che la bellezza assoluta domanda per
essere visitata. Ma io che pur ho sofferto,
ma poco forse, come guadagnerò la vista
tua, come assaporerò la dolcezza degli occhi
tuoi innamorati, come richiamarti amore
potrò, udendo così chiamarmi dalla voce tua?

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