domenica 8 gennaio 2012

Morte di un pacifista

C’è una pace personale che spesso non è
più di un breve tempo, in cui il
disordinato tutto, che fa la nostra mente, s’acquieta e se ne sta composto nella
calma, che una timida gioia consente,
sempre col rischio di essere ancora
sconvolto, provato dai fatti sconcertanti
di qui. Ma c’è quella stabile di uomini di
forte determinazione, ché forti si fanno

nel conseguimento d’un ideale, come
quello della pace diffusa che componga
interessi, aspirazioni,realizzazioni,
rapporti, relazioni tra comunità, i popoli
della famiglia umana nel villaggio mondo.
Quella proprio che il nostro s’adoperava
si realizzasse  in una terra, che ingrata
s’è rivelata, tribolata è per antica contesa
tra genti del dio, assai simili, vicine
eppur tanto distanti! Ora lì, come in ogni
guerra, c’è anche un deserto morale, che
al triste epilogo ha condotto, ché l’orrore
che fa ogni guerra, nessuna giusta e
inevitabile, fa perdere in umanità tutti.
Molti simili deserti di lagrime e ferite
vengono oggi, come nel tempo antico,
chiamati pace. Così i romani dopo
imprese tante, grevi di rapine
sanguinarie, l’assicurarono, ma la libertà
dei soggiogati immolata fu a una
presunta superiore civiltà. E a noi nacque
il salvatore… Fu l’unica novità in quel
popolo che del dio comune non aveva
una concezione di benevolenza e grazia
per tutti, ma ossessionato era  tra
altalenanti certezze e negazioni di una
assidua, incondizionata e senza misura
assistenza nelle lotte non diatribe, ma di prevalenza sui popoli limitrofi, da farlo
definire dio degli eserciti, e il cielo a volte
a lungo chiuso restava nelle inevitabili
sconfitte, per ritenuta colpevole infedeltà
e mancanza d’ossequio, che la loro
divinità pareva pretendere gelosa.
Moralmente c’era d’erroneo in questa
fede, per mia opinione, ché forse ben
altre risposte quell’umanità sofferente,
come gli altri popoli tutti, attendeva nelle
miserie del quotidiano, e attende, ché mai
sono venute...Noi siamo eredi di quel
loro libro, che anche ha molte favole che raccontano le origini e la storia d’amore
tra il dio e quel popolo che se ne sentiva
prediletto, ma accettiamo quei miti come
portatori di verità, ché lì il parlato-parlante
è anche un dio misericordioso,
che talora sfuggir si lascia che in fondo
tutti ama allo stesso modo. Noi siamo
assetati di verità e quando a noi il cristo,
morente per tutti, la sua pace lasciò, la
recepimmo un messaggio ai popoli tutti,
che quella speranza tenacemente
attuassero per un mondo migliore,
preludente la signoria del dio buono da
lui stesso auspicata. E’ la rivoluzione
copernicana del dio ora qui presente, non
da ricercare in fatti e parole di uomini e
non nell’aldilà oscuro,ma che vedere e
toccare s’è fatto e, dopo averlo
testimoniato fino alla morte del suo
cristo, qui è rimasto, a dirci che è per la
pace, egli è la pace di tutti. E ci sono
uomini anche non religiosi, che tanto
amano l’umanità tutta che per la pace
del cristo operano anche inconsapevoli, e
lottano anche col sacrificio della vita,
sempre in verità in pericolo, come fu del
primo, che la loro via orientò e tracciò.
Ma questa lacrimata pace spesso cede a
quella a forza imposta, in cui convinzione
non v’è e i rancori sopiti a riesplodere
pronti sono. E’ come la bella primavera
che nell’attesa di ciò che di brutto
comunque verrà, un po’ di gioia permette
tra la bellezza delle cose tutte che pur
nasconde lotte e non esonera da brutture
tra mille piccole vite. Sì, questa pace non
risolve i contenziosi, non rimedia alle
ingiustizie, ché un popolo avvilito e
soggiogato la rivolta prepara. Nel cristo
la pace è diversa, convince alla sua
opportunità, educando al rispetto
reciproco e all’amore, e va costruita
giorno per giorno in un’abnegazione, che
il sacrificio anche estremo può richiedere.
E allora grazie giovane Vittorio. Tu la vita
subito hai speso,martire in una terra
martire, che ora s’accorge d’amarti.
Pensa ai bambini, che una candela
d’amore accesa, recata t’anno...Tu
insegnar generoso hai voluto a rimanere
uomini e se un dio buono c’è, non
precario come qui, ché per amore si fa
uccidere in quelli come te, t’accolga negli
asfodeli campi della pace sua! 

Nessun commento:

Posta un commento