sabato 7 gennaio 2012

La mia preghiera

Nelle mie salite spesso solitarie a questo
monte, che un bell’idolum tuo sacro ha
reso,spesso quasi tu fossi questa primavera,
concludo la mia preghiera, in cui credo di
parlarti con la lingua della comunione dei
santi tuoi, dicendo: possem in te absumere!
Sì, tanto mi dicono di te le cose tutte, che
se ti sapessi nuvola che corre al vento in
questo cielo, vapore vorrei farmi per lì
raggiungerti, e se vento, in polvere
impalpabile vorrei sciogliermi da essere
portato lontano là dove corri, e se fuoco,
legna da bruciare di te, e se pioggia, terra
arsa vorrei essere da assorbirti tutta, e se
questo sole, ombra o notte da morire alla
tua luce...Sì, di ogni cosa tu fossi, la
contraria o la simile, per essere vinto e
abbandonarmi a te! E quando tu uccello
vago ti mostrassi, starei tutta primavera a
cantare per attrarti a me, e se vaga farfalla,
fattomi a te simile, ti inseguirei di fiore in
fiore. Sì, simile e contraria creatura, per
essere uno con te! Ma tu donna sei e io
tanto in tutte t’ho cercata,ché vivere di te,
respirare la vita tua, vorrei! Ma se con
questa tua donna sto, credo che in lei esser
devi. Ché talora ogni cosa sensibile, come
astratta diviene da non essere più ben
distinta percepita e la sua dolce voce si fa
un balbettio di una lingua che mi pare non
sapere e tempo non mi lascia per chiedermi
che m’accade, ché si fa mille carezze e
tenerezze e col corpo suo scaldarmi vuole e
me ne circonda e gli occhi suoi diventano un
abisso in cui mi sento vanire...Estasi
d’amore tuo, questo rapimento d’amore
umano? Ma poi son di nuovo solo e tu
ridiventi sogno e posso solo pregare, e
come ora, il pianto di lacrime la bocca mi
insala, qui in questa aulente primavera, nei
miei sospiri per te.

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