martedì 10 gennaio 2012

Accade a prima estate

Com'era bello questo chinale di prima primavera! Farfalle tante e insetti laboriosi, assidui a visitarlo...Ma stanchi ormai paiono questi fiorellini... Molti la corolla han chiuso e il capino han reclinato. Penso appassir vogliano e presto l'erba tutta ingiallita giacerà. Sì, langue ormai questo campo. Ma uno resiste, ondeggia alla brezza e ora un bombo tutto l'appesantisce. Fruga tra i petali e rovista pistilli e stami di questo fiore composito. Forse suggerne un ultimo nettare vuole. Poi va via brontolando, veloce com'è suo uso. Ne ha preso, ha forse dato?Il fiorellino è tornato a lasciarsi cullare. Nulla è stato all'apparenza, eppure due esseri tanto diversi, attimi della simbiosi loro han vissuto, del loro hanno scambiato...Non è così di noi, gentile amica?Talvolta credo, le mie considerazioni e vaghezze devi aver pesanti. Ma non te ne lamenti. Sospiri talora. E ti chiedi forse cos'hai da spartire con un vecchio bombo, che un po' s'attarda e poi va coi brontolii suoi. E' burbero, grosso, che mai vorrà? Sta per andare dove ogni altro insetto, operoso, ozioso che sia, pur va, nell'oblio. E forse vuole rimanere, nel ricordo almeno. Così io t'ho detto, t'ho parlato molte volte. Di che, perché?E ora ricordar mi fai una ragazzina, cui qualunque cosa dicessi in quel sogno lontano, l'accoglieva felice, ché quelle parole proprio sembrava volesse pronunciate. Così ora fa la compagna mia dolce: lei è la risposta d'amicizia e d'amore, quali siano le parole mie. E si rinnova quel sogno, perso ormai nelle incertezze e vaghezze che il tempo accumulato m'ha nella mente. E tu perché me la ricordi? Io rivedo nella nebulosità dei ricordi quel suo dolce sorriso, e l'ammiccare suo, quasi aiutare volesse quel mio parlare incerto, balbettato quasi, da timido. Ma proprio così è stato, quando l'uomo buono e semplice della tua vita hai voluto conoscessi. Quel tuo ammiccare a lui,nel nostro conversare, quel tuo sorridergli d'approvazione, m'han ricordato quei fatti lontani...E' un po' che la realtà che vivo, contaminata è dai ricordi, e mi chiedo talvolta: è realtà questa? Ma è dolce dubitarne...E lo stare un po' con te, l'attenzione tua, l'amicizia tua preziosi sento. Vorrei saperti dire ancora, ma questa brezza porta via le parole mie, chissà dove! Ho detto vano? Illuso mi sono d'entrarti nel cuore a darti la certezza che ho del dio d'amore? E' così ora anche della madre sua cara? Ma a volte così vicina mi par che sia, da chiederle: dov'hai gli occhi e il naso e la bocca, e dove le mani tue e i piedi, ché abbracciarti possa? Questa sicuro sul bel fiorellino lo sguardo suo ha posato e il bombo scontroso via è volato! Possa tu sognare di lei, lì parlarle, toccarla... T'ama e gelosamente!

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