giovedì 12 gennaio 2012

Rimembranze care

Oh quanto ristretti si sono i rivi della vita mia! Aspettative poche di novità vere e appaganti, piccole soddisfazioni e rare, cose da piccole pretese, bastevoli... E la stessa speranza di te s'angina, quasi passar dovesse cruna d'ago per farsi eterna. E' essa illusione? Notte è ora e fantasmagoriche presenze, relegate nella vita inconscia, ora voglio prevalere. Sono forse solo allucinazioni d'addormentamento.
E tu dove sei tra tante effimere? Oh davvero venisse l'immagine tua a ridermi dalle foschie d'orizzonti celesti! Come sei fatta? Io non lo so più in questo preludio che par di morte...In questo tramonto solo sbattimenti d'ombre tante e luci. E le passioni che pur hanno fatto una vita, sopite. Forse del tutto lasciarmi vogliono e nello sconcerto. Che mi rimarrà? Avrò ancora l'illusione dell'amore e di te?
Tu sei l'angelo che lotta il demone dell'avvilimento e della tristezza, che occupato m'hanno il cuore tutto! Ora è mattino. Solitario vado per questo bosco. Saper vorrei una preghiera, una piccola parola almeno, che, vocata, ti trattenga. Ma più non ne ricordo. E senza i tanti fantasmi delle notti, niente ho e la presenza tua è meno di sogno. Seggo ora affaticato un po' per questa china e lascio che il cuore si riposi. E ora vaga la fantasia mia e placido l'io mio vi s'abbandona. Sono fatto piccolo bambino, sto sulle ginocchia tue e il capo ho tra le piccole e dure poppe che racchiudono il tuo seno. Tu mi stringi e culli. Dolce è il tuo canto, ma nessuna parola intendo. E il volto hai bello della madre mia, giovane. Sì, sei pur stata mia madre! Ed è così bello il sogno mio che morirvi vorrei. Non ho preghieruccia tardiva, tanto, più e più, perdonato m'hai! Tutto sai di me. Bambino già t'amavo. Non eri poi tu la piccola sospirata dei sogni miei? Oh sì, tu proprio l'amore primo! Perché non sono morto come il fratello amato, allora, bambino, vago di speranze, vago d'amore? E poi ancora e molto in questa donna t'ho amato. Sì, tu proprio la piccola dolce sposa!
Ma poi perché tanto misticismo? Non è esso logoro e solo vaporosità sentimentale?
E passano qui le ore. Batte la campana dei missionari a ogni quarto. E la mia vita rivedo tutta, sprazzi di viltà ed eroismo. Oh quanti sogni caduti e battaglie perdute! E questo corpo che ora s'affanna per nulla, non reggerebbe a tentativi nuovi. Ma non ho conquiste spirituali. Tu sei il mio po', il mio tutto del dio. E sia tuo il nome ultimo pronunciato o solo pensato nel respiro mio ultimo. Il nome dolcissimo della madre mia.
Significherà pure quello di questa donna tra le cui braccia morir vorrei. Così sarai la mia consolatrice ultima! Ma perché questi morti pensieri in natura che vive sì aulente? Forse questo vecchio sa che più non ha tempo da imbrigliare. Gli sfugge. E fuggono pure le immagini della mente mia, l'ultima fa sia la tua, nella donna mia, prima del buio. Ha diciotto anni. Un po' nell'aspetto, amabile sempre, ma nel sentir suo, tutta. Pensieri miti, casti pensieri, piccole, vaghe aspettative di bene...Sì, tu proprio questa eterna fidanzatina! Oh perché non l'ho amata più e più fino a morirne? Perché il cuore non s'è fermato in un abbraccio, nella lena d'amore? Sai, è bella ella sempre ed è buona. Non v'è donna così, se non tu sola!Tu, oltre che lei, sei qualcun'altra in quest'ultima gente incontrata? Sai, ritrovato ho pure la dolce bambina! E sorrido a questi pensieri non tutti casti e sento piano la malinconia vanire. E' dolce la brezza dal mare oggi e quest'incanto ha evocato rimembranze care. Presto, a tanta dolcezza, avrò rigate le guance!

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