giovedì 5 gennaio 2012

Vivere o morire insieme

Come, atteso, ma improvviso, sfolgora dal mare
ad oriente il sole nel suo corto arco invernale,
ad indorare le nostre vette ora innevate,
così m’incendi il cuore l’amor tuo
e il gelo ne sciolga. Sì, a me, che, dalle bassure 
in cui mi son nascosto, supplice invoco
un tuo provvido raggio, agghiacciato
d’egoismo da amara vita sorbito.
Sì muoio e d’egoismo, se questa tua icona
che merita amore, mendica è di sorrisi,
di parole, di gesti… e io avaro ne sono stato,
mentre in me tanto c’è, e per lei sola,
che me ne sanguina il cuore! Sì, proprio in bassure
ho relegato il tuo dono per lei, da rozzo
egoismo divorato, male che più non mi scorda.
Mi darai una possibilità ancora, d’un giorno,
d’un’ora, d’un attimo ché il suo viso
dolce accarezzi e il suo bel nome ripeta?
Soccorrimi, angelica, dolcezza
della vita, che or lasciarmi vuole!
E se mai t’ho di me innamorata, dimostrami ora 
la passione tua. Lei  via non è fuggita,
entra in lei, unisciti così a me, diventa
una sola cosa con me…, allora l’avida
morte più non potrà prendermi,
ché te toccare non può!
Così vivere con lei e di lei potrò,
ché, se in lei sei, è lei la vita mia!
Ma già si slarga la visione, non più
tombe nude mi vedo accanto 
schiudersi voraci, ma come di celesti armonie,
asfodeli siti di luce, e lì tu, bella d’amore,
sol per noi ridere! Allora venga pure
la morte, ladra di noi, a sorprenderci nell’ultimo
abbraccio…, siamo vestiti di solo amore,
una lampada nel cuore abbiamo accesa
e tu venirci incontro puoi…
Sì, raggiungici, dulcis virgo Maria!
 

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