giovedì 5 gennaio 2012

Smanie

Talvolta tanto uno col figlio tuo mi sento,
che un posto sicuro nel cuore tuo so d’avere.
Lui, congedandosi dal mondo, al diletto suo
volle affidarti, madre, ché naturali tuoi 
altri non v’erano a proteggerti…
Da allora invero tutti ti siamo affidati 
e nell’angoscia ti supplichiamo, monstra te esse
matrem! Sì, così perché tutti tuoi figli divenuti,
ed ebrei anche d’adozione, 
ché tu tra quella gente qui eri.
Ma io, e forse solo m’illudo, in un altro modo
e speciale, so d’averti, se vero è che in un sogno
dolce, svelarmi hai voluto, come ad insipiente, 
una verità che molti altri hanno da scoprire.
Tu questa piccola donna hai comandato
d’amare più e più, ché così te devo,
e così faccio… e spero il mio povero amore
basti, se, solo umano, un cuore immenso 
deve colmare, sicché tutto il mio ho svuotato.
Ma ora m’è venuta una smania d’amore,
che certo da te irradia. E per le povere cose tutte 
e gli animali, e di Francesco seguace mi scopro.
E per gli uomini tutti e i pochi cattivi e i più scarsi
buoni, incontrati nella vita, soprattutto.
E forse questa mia donna davvero ha capito
perché, come fossi bambino, pensandomi esente 
da le miserie di quaggiù, mi intenerisca la fortuna
di chi, proprio da bambino sognavo di avere
per sempre nel cuore, quella che poi perduto,
vero, ho tra gli inganni della vita…
Forse è proprio questa ingenuità, da mimo
d’amore tardivo, che fa sì che di bontà
pura ella mi creda capace e mi perdoni la particolare
benevolenza verso quella donna che ora,
ché gelosa ne era, più rivale non sente. 
Anzi più si dice di me innamorata e che più di sempre, proprio per questo mio sentire, m’ama…
Io so che in lei inganno mai v’è, 
solo spero che questo di più tu abbia suggerito,
ché tu mi sai sincero. Ma anche sai quanto è fragile
l’animo umano, che in pericoli s’attarda ignaro.
E se il pensare un po’ ora a questo amore
tenero e primo di bambino, forse tu stessa
permetti e scusi, perché vero innocente, 
tu non consentire m’indulga su ben altri passati abbagli. 
Tutti li hai perdonati provvida, ma se simili
mi occupassero ora mente e cuore, 
temo me ne verrebbero smanie, come a chi, 
e ne potrei sorridere, credendomi esente,
in pruderie s’attardi…
Ma pensieri inverecondi tutti i cuori
possono accendere e i senili tenaci accecare.
Perciò di me dico col poeta,
freni tua guardia li movimenti umani!

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