giovedì 12 gennaio 2012

Le braccia piene

Ecco, vedi, ha pazientato questo ragno. Presagendo un mattino nebbioso, tutta la notte la sua tela ha ordito. Poi apparentemente in disparte, ogni vibrazione della sua rete ha vagliato con le sensibili zampette. E ora che la farfalla vi si agita impigliata, accorre, la serra e la imbava tutta, ché non fugga. Non ho fatto io così con te, ché più lasciarmi non potessi? Che proprio questa sia la metafora che meglio illustri quel che fra noi accade, davvero non so. Cos'è infatti per una donna l'innamoramento se non il gioco di lasciarsi volutamente irretire, abbandonandosi alle povere, ingenue astuzie, quelle subito scoperte, che ridicole sono per gli altri, ma che ai lei piacciono e sorridere la fanno nella schermaglia d'amore, del maschio suo, innamorato? Pure tornando a quella metafora, il ragno con i multipli occhietti suoi aveva tante volte visto farfalle, belle volare, irraggiungibili. E qui esemplari pregevoli della specie nostra tali sembrano agli sprovveduti. La diversa biologia e psicologia appare un miracolo. Sono donne dalla femminilità non vistosa, non appariscente, ma preziosa. Questa è armonia di doti somatiche innate, psicologia peculiare, come lo è la biologia, che sublimarsi dovrebbero nella spiritualità, se questa c'è. Son rare queste donne. Più comuni le assai piaciute, che ben nate, cresciute nel bozzolo della bellezza loro, son venute fuori di deludente umanità. Sono per quegli uomini verso i quali hanno orientamento, predilezione. Questi ben fanno apparire le fatue doti loro e, fortunati, hanno di quelle donne analogo comportamento, narcisistico un po', sventato quando basta e annoiato e tanto di questa vita triste. Ma quelle non sono vere donne , questi non veri uomini. Si diventa così, non si nasce. Chi è uomo, forse il forte, il virile, il bello, il coraggioso, il brillante , l'intelligente? No, come quelle son donne ben diverse da te, così non son questi gli uomini che guardi e pensi. Sono piuttosto quelli che difendono la dignità loro, che non usano sotterfugi nel quotidiano, che non sottraggono ad altri le precarie risorse, che si sforzano di svincolarsi dall'egoismo che sempre ci vincola al basso. Lottano per un valore, talvolta fino al sacrificio. Non lo posseggono, lo sperano. Lungimiranti, lo vedono realizzato se non qui, là, se non ora, dopo, se non per sé , per gli altri. Una lanterna recano. Manda solo sprazzi di luce per lo più ignorati tra tanto buio, dacché chi faceva il giorno, via è andato...Sono temerari a spingersi in terreni inesplorati, ingenui un po', ma veggenti, incauti, ma audaci e quello che agognano, trascende l'utilità personale. Sono eroi. Noi ne viviamo. E quelli tra noi fidenti, che cristiani si dicono, senza poterlo essere, vivono sulle spalle del figlio tuo. Non ha questi cercato col sacrificio di sé, di distogliere tutti dalla violenza, dalle necessità pressanti egoistiche, ma spesso inutili, della vita di qui, ché trasferissero la speranza loro a una regione più limpida, non ha cercato di dischiuder loro la spiritualità in cui affondare le radici di una vita diversa e non basata sul mero innato egoismo? Sì, tra gli uomini, vero ci sono tali eroi... Noi, i comuni, solo ne cerchiamo la sequela e di esser come loro un po' di più ogni giorno. E le donne nostre sono così come sono, autentiche, vere e felici di esserlo per noi proprio. Il loro sforzo di piacerci affonda nella bontà, prediligono nel cammino loro i meno fortunati, sentono vero compatimento per i vinti, si struggono per gli infelici... E queste sono le belle per noi, ché ogni giorno più lo diventano, più di quelle, spesso vacue, che la natura ha favorito. E' queste che hanno femminilità vera, e donne così sono necessariamente belle. E così sono in ciò che fanno, vogliono , sperano. E diventa bello tutto ciò che accarezzano, lo sguardo posando, dove camminano, verso chi vanno. E grandi diventano i cuori che le accolgono, perché è te che finalmente hanno. Sì, c'è magia, c'è incanto in quel muoversi leggiadro, quel dire misurato, quel sorridere soave, quell'autentico apparire fuori così come sono dentro...
E proprio una di loro ha voluto cadermi tra le braccia prima vuote. Quando è accaduto? Ieri certo, ma oggi par riaccada. E questo ragno l'ha imbrigliata. Lei è stata al gioco dandomi l'illusione della conquista. E come fan tutte, s'agita, un po' pigola, recita una parte. Interpreta se stessa, dissimulando l'amor suo, ché ciò che accade è da tempo voluto, preparato, e te, che bisogno non hai di infingimenti, a un tempo. E' donna! E' la farfalla nella mia rete. E anch'io finalmente ho le braccia piene. Fa la preda, quella che ha dovuto cedere, ché l'uomo suo si senta importante, un vero uomo, quello che non sapeva d'essere o temeva di non essere...
Che farà il ragno, mangerà la finta incauta farfalla? Non finirebbe allora anche la sua vita o tornerebbe ben misera? No, smetterà piuttosto di far tele da finto ragno, inutili nel gioco eterno dell'amore!

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