venerdì 13 gennaio 2012

L'aquilone

Come scordar potrei la piccola per la quale m'industriai a costruire un aquilone alla maniera antica? Ella spesso curiosa un po' stava con noi in quel tempo lontano dei nostri primi, un po' incerti, timidi approcci. E noi, sua sorella ed io, volevamo quel tempo impiegato in giochi che le piacessero e così fu che io pensassi che bello sarebbe stato che un aquilone imparasse a condurre. Tutti collaborammo alla costruzione di una piccola, ma efficiente macchina volante. Ella la colla di farina preparò diligentemente e la sorella lunghe liste ritagliò di carta velina diversamente colorata da farne anelli da legare l’un l’altro a mo’ di lunghe catene. A me il compito dell'ossatura. Strisce di canna matura sottili, che robuste fossero senza appesantir troppo, tagliai e poi due a mo' di croce latina fissai e sul suo braccio trasverso la restante ad arco piegai. E poi il tutto rivestimmo di carta velina e le lunghe catenelle, dalle liste preparate, fissammo ché stabilizzatrici ai lati della losanga insieme la lunga coda bipartita, fossero. E quando il tutto pronto ben asciugato fu, venne il vento sospirato. Lì, sulla spiaggia di novembre deserta, sperimentammo l'ebbrezza del volo. Ché i nostri cuori un po' salirono, ma quello della piccola sicuro in alto e in alto volò con l'aquilone suo. Io le raccomandavo di non dargli troppo spago ché in alto forse folata improvvisa avrebbe potuto strapparlo. E qualcosa del genere accadde, ché quello si impennò e poi in stallo si mise per venir giù rovinoso. La piccola ne pianse, ma io la confortai dicendo che riparare quello o uno nuovo e più bello costruir, si poteva. Ma presagio di cose assai tristi fu quella caduta, non le dissi forse a conforto qualcosa d'analogo nella terribile malattia che anni dopo la divorò tutta e nemmeno lentamente? Intanto bella era fiorita, come belli sarebbero stati i suoi due piccoli fiori che lasciar dovette con l'inconsolabile uomo suo. Tutto le fu strappato crudele...
E io mi chiedo, ti chiedo, perché rapita l'ha morte impietosa in modo sì doloroso da sconvolgerci tutti? Perché io proprio spiegar dovetti ai fratelli increduli la natura di quel male? Rivedo il suo bel sorriso, la sua figura alta e slanciata di bambina già in boccio, e risento le grida sue di gioia nel giorno dell'aquilone, al cui volo del nostro affidammo. Noi due i sospiri di giovani innamorati, ella i sogni suoi...

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