lunedì 9 gennaio 2012

Amore di madre, amore divino

Credo tuoi propri siano l’amore di madre
e l’amore cosmico. Una madre, e tu sai
quanto dolce è il ricordo della madre mia,
ama perché trova nei figli suoi ciò che è
degno d’amore sempre, anche in questo
tempo triste di figli difficili... E dona un
amore che mai giudica, sempre
comprende e scusa, pronto, disponibile,
generoso fino al sacrificio. Ché talora la
natura può non aver favorito l’amato,
averlo reso sgraziato nel corpo o colpito
nella mente, pure quest’amore c’è,

anzi centuplicato di fronte a tante
difficoltà di vita. E io ho visto madri
assistere i loro figli sfortunati e forse solo
sperare di sopravvivere ai loro infelici,
sostenerli con la tenerezza loro per darli
alle tue braccia dalle loro. Sì, ho toccato
questa fede! E così è fatto l’amore tuo.

Tu in noi sempre trovi ciò che altri
d’amabile vedere non sa o non può e te
ne innamori, lo conservi gelosa, l’alimenti
delle cure tue, come fiore prezioso, che la
grossolanità dilagante sciupar non deve. E
anch’io sono così amato, qualcosa pur c’è
nel disordine dei pensieri miei, nella
fragilità che non mi lascia, che tenera ti
fa, più della madre mia, che le mie
insufficienze di bambino soccorreva. Forse
sono l’ultimo degli innamorati, ma dietro
s’è posto il figlio tuo amatissimo, che a te,
abisso d’amore, mi sollecita. E io ti cerco
in tutte le cose, e talora m’accade di
sentirmi mistico d’amore, ché proprio tra i
santi tuoi c’è chi avverte una positività
insita in tutte le cose e negli uomini
anche. E campioni di quest’amore
cosmico, che in tutto trova qualcosa di
degno d’apprezzamento e considerazione,
sono stati mistici come Francesco e
Bonaventura, che tutto amarono di quello
che c’è sotto al sole, piante, animali, cose
tutte e uomini anche. So, e me ne
commuove, di Francesco che traversando
un rio non volle passare sulle pietre
sporgenti di quel guado per il rispetto che
aveva di chi è pietra. Noi, i comuni, che
santi non siamo, indifferenti a molte cose,
evitiamo quelle che ci intristiscono e
persino all’avversione siamo tentati in
luogo dell’amore senza riserve verso tutti
e tutto. Nel mistico d’amore
l’atteggiamento è diverso. Egli ha sempre
un’offerta  d’amore. Resterà non raccolta
né condivisa? Non sarà l’amarezza che
tutti abbiamo sperimentato nell’età delle
illusioni! Il mistico non si scoraggia,
insiste, bussa e ribussa e se mai verrà
l’agognata dolcezza ne avrà il cuore felice,
ché si vive di risposte d’amore. E tu ne
vivi! E l’amore ricambiato apre alla
bellezza fisica e morale che pur c’è in
tutte le cose. E mi chiedo, cos’era a
impedirmi di guardare al cielo stellato che
sempre sopra di me ho avuto? Cos’era
che mi distraeva da non udire che rumori
e non il canto d’amore degli uccelli? Cos’è
che non mi faceva guardare l’abisso in
questi occhi di donna innamorati e
indulgenti sempre, che solo di me
sembrano ancora incantati? Oh quanto ho
corso dietro a luccichii! Ma ora che ho la
certezza del tuo amore non me ne voglio
più distrarre, ché amando lei, è te che
amo! E quanti i tuoi modi d’amarmi non
saprei computare, nemmeno se in tutta
una vita nuova li contassi! 

Mi ami madre? Soprattutto! Mi ami
donna? Anche! E trabocca questo povero
cuore dell’immensità che v’hai versato!
Oh quanto condividerla vorrei! 


 

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