Se mai t’amai vero,
fu, bambina eri,
appena quando ti vidi.
Lì, sulla nostra spiaggia,
e afosa era e molto, quella lontana estate.
Perfetto è il mio ricordo.
Neri e lunghi i tuoi capelli,
neri gli occhi e belli,
nero quel costumino sovrabbondante
a ricoprirti scarne membra
e, accennata appena,
altra implume femminilità...
E tu già mi guardavi incantata
e io, timido, già non osavo parole…
Oh quanto dirti e dirti avrei voluto!
Oh quanto subito t’amai!
Che fu dopo, che venne poi?
Io non so più bene né voglio,
certo solo che smarrita t’ho…
La tenerezza di questa mia donna,
che fortuna o il dio benevolo
m’ha dato, spegne quanto d’altro
ricordar potrei…
ma non le immagini,
preziose ormai, di te bambina,
che inlanguidiscono il cuore…
e forse altre di te non voglio.
E, vedi, è notte ora
e le mie carte sfoglio per cercare
di che occuparmi, ma la nostalgia
e il rimpianto mi prendono…
e pungono, sai!
Oh quanto vorrei che tu fossi stata felice!
Solo così, come in un sogno,
posso pensare che con me solo lo sei stata
e più ancora oggi saresti!
Io lo so ora, ma tu hai da scoprirlo…
e non m’importa quanto sorrider ti farebbe
questa che par solo ingenuità.
Sì, quello che tu hai amato,
in altro aspetto, in altra epoca,
quello che nella tenerezza t’ha pronunciato
parole degne, io proprio ero!
E così è per me…
Parole, allora mancate, sospiri pure,
e quant’altro amore detta per chi amo,
e sono quelli d’oggi e di sempre,
forse a quella bambina,
e inconsapevole, dico,
talvolta afono e geloso
come allora con lei ero…
E quanto dolce il nome suo,
che non sapevo, tanto lo pronunciai poi,
ma ora solo quello più dolce,
quello della tenerezza,
dire potrei, ma non so,
inventarlo non ho potuto…
E questo tempo e questo spazio,
che ci ha separati, odio e benedico,
chè solo quella bambina di te so,
né altro voglio,vecchio ho il cuore!
…
fu, bambina eri,
appena quando ti vidi.
Lì, sulla nostra spiaggia,
e afosa era e molto, quella lontana estate.
Perfetto è il mio ricordo.
Neri e lunghi i tuoi capelli,
neri gli occhi e belli,
nero quel costumino sovrabbondante
a ricoprirti scarne membra
e, accennata appena,
altra implume femminilità...
E tu già mi guardavi incantata
e io, timido, già non osavo parole…
Oh quanto dirti e dirti avrei voluto!
Oh quanto subito t’amai!
Che fu dopo, che venne poi?
Io non so più bene né voglio,
certo solo che smarrita t’ho…
La tenerezza di questa mia donna,
che fortuna o il dio benevolo
m’ha dato, spegne quanto d’altro
ricordar potrei…
ma non le immagini,
preziose ormai, di te bambina,
che inlanguidiscono il cuore…
e forse altre di te non voglio.
E, vedi, è notte ora
e le mie carte sfoglio per cercare
di che occuparmi, ma la nostalgia
e il rimpianto mi prendono…
e pungono, sai!
Oh quanto vorrei che tu fossi stata felice!
Solo così, come in un sogno,
posso pensare che con me solo lo sei stata
e più ancora oggi saresti!
Io lo so ora, ma tu hai da scoprirlo…
e non m’importa quanto sorrider ti farebbe
questa che par solo ingenuità.
Sì, quello che tu hai amato,
in altro aspetto, in altra epoca,
quello che nella tenerezza t’ha pronunciato
parole degne, io proprio ero!
E così è per me…
Parole, allora mancate, sospiri pure,
e quant’altro amore detta per chi amo,
e sono quelli d’oggi e di sempre,
forse a quella bambina,
e inconsapevole, dico,
talvolta afono e geloso
come allora con lei ero…
E quanto dolce il nome suo,
che non sapevo, tanto lo pronunciai poi,
ma ora solo quello più dolce,
quello della tenerezza,
dire potrei, ma non so,
inventarlo non ho potuto…
E questo tempo e questo spazio,
che ci ha separati, odio e benedico,
chè solo quella bambina di te so,
né altro voglio,vecchio ho il cuore!
…
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