lunedì 2 gennaio 2012

Passero amico

Il passero amico è tornato.
Ma le briciole offerte non ha toccato.
Il capino quasi nascosto
tra piume arruffate,
stanco lo sguardo, non allegri saltelli,
non parole per me…
Con gli occhi chiusi un po’ è restato,
poi via è volato.
Amico, forse il tuo messaggio intendo,
tu non tornerai!
Forse il nido t’han distrutto
e caduta è la tua compagna…
Tu non vuoi restare,
come t’urga all’inverno,
che senti imminente, sfuggire.
M’abbandoni!
Ma per dove, ma per chi?
Se già soli e delusi,
perché insieme non restare?
Un ultimo muto incontro…
Forse per dirmi che m’aspetti dove tu voli,
che la strada conosci che mena al Signore!
E con lui a scrutare la mia, lunga e breve,
resterai.
Oh amico! dopo la ventata di stanotte,
il tuo corpo insecchito ho trovato.
L’ho raccolto, forse t’ho raccolto,
di foglie e terra l’ho coperto…
Non c’è stato l’ultimo volo,
il Signore è davvero troppo lontano!
Soffia un vento già gelido,
e di poco fa era la calura…
Vivere, non vivere!
Scrivere, non scrivere!
Bianco era il foglio,
mi invitava, mi respingeva!
Se la mia vita è la tua:
piccole cose, piccole pretese,
poche gioie, un appena stare,
scriverò per quelli che, come noi,
sono appena,
solo poveri di Cristo, povero.
Sì, solo i miei sogni,
e da sempre, sono grandi.
Lì colori e vivaci,
e suoni dolci, un mondo,
che tu forse ora vedi, soave.
Lì, lì c’è posto per i tuoi voli.
Sì, ritorna, ritorna ancora,
nel mio mondo rivivi
e il tuo canto ripeti!
 

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