lunedì 2 gennaio 2012

Omaggio a Dante

Nel mito, che il mistero tenta frangere del mondo,
il dio fece le cose tutte, belle e buone.
Poi anche volle simile a sé e suo specchio, l’uomo…
Ché le creature tutte, chiedendo come il padre fosse,
potessero rispondersi che proprio come quello
era, che, creatura buona, ne era il riverbero,
e il ritratto geloso.
Ma già in nuce il male fremente c’era…
e quando l’uomo, folle, accentuare volle
la distanza e la diversità dal dio,
una natura ostile, e matrigna spesso,
si frappose, a significare la crudezza
del dilagare del male, ché più contenerlo non si poté.
E quello a lui non si fermò, ché il dio stesso
dovette subirlo nel suo cristo,
che ne soccombette.
Ma ben dovrà trascorrere squallida storia
di malvagità tanta e notte,
e allora al male saranno sottratte le vittime sue,
ed esso, per sopravvivere dell’astio suo,
solo imbestiarsi contro sé, e così autopunirsi, potrà!
Ma allora l’eterno presente, del dio vivrà…
Sì, d’amore solo, ché la felicità dei suoi,
solo allora sarà completa.
Ora è come offuscata, ché le creature tutte
nell’infamia del dolore e della morte sono.
Né saranno più gli espianti
nel pentimento e nella speranza
di recupero dell’innocenza primigenia.
E la creazione tutta, affrancata,
alla bellezza sarà tornata e alla pace.
Allora gli abitanti della gioia
non avranno più ricordo del male
e questo ne avrà solo precaria eternità,
tutto includendo il bene.
Ora il poeta nostro, che l’opera sua
vuole novella guida d’ascesi,
a me pare che di questo parli
nel mito suadente della poesia sua…
Sì, gli arcana del dio svela nel suo viaggio mistico
e nella musicalità di ogni verso,
freschezza e armonia  fanno ogni cosa parlata,
fascinosa se terribile, o dolce altrimenti.
Sì un cuore appassionato parla
e la speranza nostra avviva.
Ché proprio ci vuole nella gioia
del dio raggiunto ora e qui,
ciò che dei soli santi sarebbe,
ma lui, così com’è, ci vuole.
A questo lo destinò il dio:
che a noi fiorisca la pace dalle labbra sue,
e la stella sicura, il cristo, ci mostri
nel mareggiare scuro
di questo tormentoso tempo.

 

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