lunedì 2 gennaio 2012

La morte di Sandra

A mia madre molto piaceva Sandra,
che, allora assai giovane,
sulla scena brava era
e tanto bella.
E ci dilettava, fedeli ed estatici
del nuovo mezzo televisivo,
delle sue prime rappresentazioni
di ballo e canto graziosi.
Ma poi io un po’ di cruccio ne ebbi
quando la seppi sposata.
Ma ella, che assai meglio vedeva,
ne fu contenta palese, forse anche perché,
semplice e buona, segreta,
non la voleva perduta nel mondo,
bello sì, ma frivolo e ingannevole, dello spettacolo.
Io, invece, ritenevo il suo compagno
un comico, spalla di attori mediocri.
Oh quanto sbagliavo!
Sì, acerbo nel mio giudizio sprovveduto e frettoloso.
Molto più a lungo ella non poté seguire,
ché lasciarmi dovette,
la loro, sempre più gustosa,
vicenda coniugale,
trasferita in fortunate storie televisive.
Io, più maturo, apprezzare potei la loro arte,
ché sempre misurata, sottile, garbata ironia
c’era in quelle sempre nuove comiche situazioni,
specchio della loro vita a due,
pensate per la ormai colorata televisione.
Ora la loro vicenda s’è quaggiù chiusa,
spezzata crudele…
E pare che lei sia morta d’amore,
più che del male, che, sola,
il tanto amato, anche lui vinto,
a combattere, inerme, lasciò.
A me, oggi triste, è dolce pensarli
come due, che ora vanno tenendosi per mano…
Sì, gemme nella nuova primavera,
salgono, luci, alla reggia divina
per amarsi ancora e senza fine.

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