La madre di Calcutta
il nulla spesso aveva in cuore gelido…
Saperlo, la sua anima vicina
e preziosa rende
e il niente dentro, conforta.
Così la sua santità credo
di più, eroicità della sua vita.
Sì, io che nella vita ho cercato,
sfiorando le cose belle tutte
e quelle serene d’apparenza
e i loro inviti dolci…
E ho chiamato presenza del dio
la mia aspettativa trepidante e fiduciosa,
di stare tra loro sempre…
Anche quando la speranza
m’è tornata rattrappita,
a celarsi in cuore gelato
da solitudine infinita!
Di più nella vita ho cercato...
e tra le cose tutte e le più misere anche,
e nei fratelli e in quelli nell’angoscia,
e ho chiamato dio,
la volontà di bene di cui giovarci tutti.
Ma questa, delusa sempre m’è tornata,
e contagiata dal male, che pur vincere voleva!
E la preghiera perfino
mi s’è inaridita dentro
e tutte le sue parole, vane!
Ma anche questa desolazione ho chiamato dio…
Sì, il mio poco del dio,
non è nelle cose, non nei fratelli,
non un dono prezioso, geloso nel cuore…
ma è solo l’aspettativa di bene,
mortificata, ma rinnovata,
nonostante il male, sempre.
Solo questo il mio bene,
solo questo l’amore, che finalmente ho.
Francesco sperò il dio
nelle cose, nei fratelli
e poi nella morte solo!
E’ così per me?
Così questa mia povera vita
s’imparadisa?
Ma avrò come lui,
sofferto abbastanza?
il nulla spesso aveva in cuore gelido…
Saperlo, la sua anima vicina
e preziosa rende
e il niente dentro, conforta.
Così la sua santità credo
di più, eroicità della sua vita.
Sì, io che nella vita ho cercato,
sfiorando le cose belle tutte
e quelle serene d’apparenza
e i loro inviti dolci…
E ho chiamato presenza del dio
la mia aspettativa trepidante e fiduciosa,
di stare tra loro sempre…
Anche quando la speranza
m’è tornata rattrappita,
a celarsi in cuore gelato
da solitudine infinita!
Di più nella vita ho cercato...
e tra le cose tutte e le più misere anche,
e nei fratelli e in quelli nell’angoscia,
e ho chiamato dio,
la volontà di bene di cui giovarci tutti.
Ma questa, delusa sempre m’è tornata,
e contagiata dal male, che pur vincere voleva!
E la preghiera perfino
mi s’è inaridita dentro
e tutte le sue parole, vane!
Ma anche questa desolazione ho chiamato dio…
Sì, il mio poco del dio,
non è nelle cose, non nei fratelli,
non un dono prezioso, geloso nel cuore…
ma è solo l’aspettativa di bene,
mortificata, ma rinnovata,
nonostante il male, sempre.
Solo questo il mio bene,
solo questo l’amore, che finalmente ho.
Francesco sperò il dio
nelle cose, nei fratelli
e poi nella morte solo!
E’ così per me?
Così questa mia povera vita
s’imparadisa?
Ma avrò come lui,
sofferto abbastanza?
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