mercoledì 28 dicembre 2011

Lucciole

Lucciole belle, 
che venite in queste sere di tarda primavera 
a danzare come faville in questo buio giardino 
dalla calda brezza di terra portate, 
e muti messaggi d’amore lanciate per tutta la notte 
quasi stelle su questa terra cadute, 
dovremmo somigliarvi un po’! 
Sì, pulsare d’amore, 
quel po’, quel tanto, che rechiamo; 
qui s’accenderebbe un richiamo,
cui un altro risponderebbe 
e poi ancora più in là e oltre. 
Sarebbe il pulsare del dio che rechiamo, 
come certo manifesta questa creazione tutta, 
pregna di Te, Signore!
Tutte le cose Ti somigliano, 
ciascuna T’esprime con un palpito suo proprio! 
Ma se davvero di Te abbiamo, 
perché timorose lanterne cieche ce ne stiamo solitarie,
 eppure tanto vicine, qui e al buio? 
Dovremmo come Tue lucciole, 
aprirci improvvise a lanciar fuori la Tua luce,
che con inutile cautela celiamo: 
Ti apparteniamo, dovremmo gridarlo                                   
 a mo’ delle cose tutte!
Sì, ora che il male non è più tanto, 
mille lucciole in una scatola vorrei riporre,
oggi, come da bambino facevo con i miei sogni
e ora non più …
 Parlano di Te queste lucciole di prima estate,
briciole di stelle, 
e io forse le intendo ora.
Tu ritorni! è questo che vogliono dire,
tanto diffondono amore! 
 

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