martedì 27 dicembre 2011

Ascolta!
L’usignolo è tornato …
E tacciono altri innamorati cantori …
Solo il suo richiamo
per compagna da fronda nascosta,
di languide note avida,
rimane a perdersi nel giorno che muore …
E noi fermi e tesi,
timorosi di rompere l’incanto,
né parole osiamo,
né quasi respiriamo,
da questo canto rapiti,
di mille variazioni
e dai dolci brividi.
E piove, ma di una pioggia leggera,
e tutto è, come immerso in una nebbia sottile,
irreale, da sogno.
E come quella monda
da patina polverosa le cose tutte
e più caldi nitidi colori ne mostra,
così le anime nostre,
che inermi sono restate,
da tanta melodia vinte,
questo canto celeste
l’una all’altra dischiude
e partecipa un che di prezioso,
quello che finora ciascuna celava gelosa.
E con occhi incantati ci guardiamo,
ché quelle si sentono l’una all’altra,
belle e fondersi vogliono …
E un’altra epoca tutto ora pare
e sei tu la ragazzina,
che nel buio incipiente
incitava la mia timidezza
e diceva:
vié che aspiette!
Così sollecito, t’amo
e del tuo stesso amore …
Non è questo lo stesso Suo dolce?
Quello che Lei, ché l’amassi,
raccomandava in un sogno,
di ricambiarti palese?
Non ha proprio età quest’amore!

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