martedì 27 dicembre 2011

amore di donna

Che è quest’oggi, che pare
più desolante l'angoscia
e sento nella vita più opprimente tiranno?
I miei occhi cercano inquieti …
E dove e cosa?
Ma le tue braccia aperte trovano.
Di blande carezze sembrano ora rifugio …
e so che stringermi al seno tu vuoi
e asciugarmi queste lacrime,
che ora prepotenti mi vogliono uscire.
Sì, soffiami nel cuore che ho indurito,
i tuoi sogni, e lascia siano i miei.
Portami per essi tra molli,
fresche erbe di rugiada e fiori,
che, appena schiusi, per te ridono amore.
In altro sogno anche la madre mia
aspetta e freme nella nostalgia ...
ché solo così raggiungerla posso!
Sì, ho anche desiderio di lei …
Senza l’amor tuo,
solo a fragile navicella di vele
tremule ai venti
dell'immane oceano dei ricordi,
lo affiderei …
Ma presto s'abbuierebbero i cieli dell'anima,
attoscata dai rammarichi,
parole non dette, cose non fatte,
opportunità rimandate...
E presto sperduto senza luce di stelle,
dispererei sospirata meta …
Ma tu ora, quasi candida ala
di uccello amico, rendi palpitante
la sua cara dolce immagine,
non più diafana, come nel ricordo!
Sì, tu, cuore e vita di cuore, di vita,
tra le avvolgenti spire di questo male,
ci sei a indicarmi sicura terra vicina ...
Sì, tu mi rammenti l’icona
di quella fede, ingenua e preziosa,
che, bambino, lei proprio volle donarmi …
Quella che dona la pace.
Ma già al tuo sguardo ammiccante,
le vaporose cose dei sogni,
occhieggianti nella penombra d'attesa,
prendono consistenza …
Son qui ancora …
Ma l’amor tuo scorger mi fa nitido,
un sentiero che forse con te correre posso,
e verso le sue mani tese,
le stesse della Madre celeste.
Sì, la tranquillità dolce, ch'avevo bambino,
nel suo amore, mi ridai ora col tuo!
Solo di madre può essere una cura sì dolce!
E forse ne sono già sanato.
E’ strano davvero l’amore di donna,
complesso sempre, completo talora,
di amica, sposa … ma di più,
di madre presenza anche.
E l’avevo da far mio!
Sì, con te lascio le imbelli pause
di pensieri infruttuosi
che sanno di chiuso e stantio,
ed esco al sole,
dove null'ombra aduggia
e ogni dolore scolora
tanta feconda luminosità,
e riscalda tanto gradito calore.
E Tu Madre nostra dolce,
che ogni anelito di vita
sorreggi ed inciti,
portaci lontano,                           
portaci altrove,
da lei, da te …
Generaci, figliaci daccapo!
Sì, facci nascere là dove sei!

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