mercoledì 28 dicembre 2011

Sindone

Di quante parole, fatti, luoghi, cose è la memoria!
E di immagini, volti anche …
Alcuni noti, e dolci e cari,
o enigmi inquieti, vividi nei sogni …
E la loro storia tentano di dire e senza parole.
E l’arte quanti ne ha ritratti o solo immaginati!
E il loro ambiente, la loro storia,
più o meno fedeli, ha rappresentato.
E se un’opera contempliamo, 
ad altri fatti per analogia veniamo rimandati.
Sì, cose, desideri della nostra vita o dei sogni.
Così io, che desidero un varco, una via
per raggiungerti e vederti,
spero che una tua immagine,
invito alla preghiera, 
mi parli e suggerisca.
Questo fa l’arte e io ne vivo.
Ma forse la tua vera icona ora c’é.
E non uno dei tanti volti nei secoli,
belli ed improbabili,
ché tanti diversi non fanno alcun vero volto!
Ma tu sei quello della sindone misteriosa,
che fedele, ci ha rappresentato 
la tua storia tragica.
Ma se tu non lo sei,
e solo uno dei sogni e delle visioni
vuoi rimanere, velato come il cristo di Napoli,
chi è, inspiegabile, lì ritratto?
E perché è così dolce,
uno che affascina e inquieta?
Che storia racconta?
Forse di un tempo ugualmente lontano parla.
Quello iniquo dei crociati,
predatori della tua santa terra.
E vuol dirci che lui, quelle genti offese,
feroci, dello stesso tuo supplizio,
oltraggiarono.
E allora le sue molte colpe nulla poterono
ché santo divenne.
Ed eletto dal martirio, certo la madre tua
tra i tuoi angeli lo portò.
Ma chi e perché si prese cura delle sue spoglie?
E in un lino candido e prezioso le avvolse,
e non le dimenticò, ma alla terra non le affidò,
e altrimenti a corvi e cani le sottrasse ...
Ci sarà una spiegazione?
Ma forse non basterà … 
e proprio, in fondo, necessaria non è!
Se è proprio vero 
che nella sofferenza sei in tutti,
allora uno, che, completo, ti imitò,
ben fu degno di prestarti un volto autentico!
Così io credo alla tua icona …
E a Torino, città della gentilezza,
uno dei tuoi estasiati ammiratori essere ora vorrei!

 

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