mercoledì 28 dicembre 2011

Preghiera ancora

Quanta miseria mi preme,
tanta indifferenza mi circonda.
Cerco aiuto e non trovo!
E ben qualcuno ha detto d'amarci
e comandato il suo amore!
Sì, proprio in tutti palpita cuore
agli altri vicino, eppure solitario…
E molti gemono e pregano,
ché è la stessa la nostalgia
della pace perduta.
Ma proprio per tutti urge l'eterno,
che liberi e sani,
e certo questo superbo tempo
vanisce e poi ben verrà il Signore!
Ma intanto alla sua porta busso,
e, disfatto da un'angoscia desolata,
non oso più fiatare nemmeno...
Non chiedo più per l'anima mia.
E, sebbene intorpidito da un corpo provato,
un pianto dal profondo mi fiotta
e mi strazia e nulla può consolarmi.
Le scaglie che mi infoscavano
la vista del cuore sono, improvvise, cadute
e, francato, esso mi vibra ebbro
d'una profondità d'amare prima forse sopita.
E tu, madre della Vita e dell'Amore,
lascia che la speranza dolce
mi rifiorisca…
Sì, lasciami un momento del Tuo paradiso!
Allenta dalla fanghiglia putrida chi amo,
Risanalo!
So che ben avanza,
nel sogno mio per ali diafane d'angeli,
sincera preghiera da già provato cuore,
che sua pena abbia fatto
l’angoscia di chi sa finalmente
ricambiare d’amore.
E questa, ora, ancora tenta di esprimere
con le parole che ha migliori,
le stesse, forse, che inutile,
ha sperato da te udite
nella sua personale, antica pena...
Ma ogni problema accantonato,
non viene certo dalla tua amorevole cura, obliato…
e tu certo soffri di non poter ancora risposta sperata,
tanto forte e immane è il male!
Non soffrire più per me!
Ché ora, per solvere novella pena
di chi ben hai dato al mio amore,
pressante accorata nuova preghiera per me ti giunge.
Sì, così proprio fa questo mio cuore
e con antico candore!
E mi rasserena perfino questa rinnovata confidenza,
forse solo nuova illusione,
che tu ascolti propizia ed esaudisci…
Così non sia!
Non  daccapo velino
nuvole di dubbio e d'angoscia
questa, in fondo solo richiesta d’amore
espresso palese, che ho fatto mia,
e con le parole del santo che tanto t’amò!
E così ti grido di speranza:
monstra te esse matrem
e possa per te il Signore amato,
che unito m'ha a figli dilettissimi,
ora nella difficoltà,
accomunarci nella salvezza!
Ma io nel nulla vanire proprio vorrei
per far loro posto
al caldo sole del tuo amore,
ché alcun raggio ne assorba la mia persona,
ma solo per loro sia la tua tenerezza…
 

Nessun commento:

Posta un commento