domenica 1 luglio 2012

Amate i vostri nemici

Molto tempo è passato. Ho capito di te?
So che solo il male è qui banalmente presente. Il bene, il buono, il bello rari, precari, spesso non capiti o non voluti, tanto avvezzi siamo al deserto di dentro e fuori. Eppure tutto ciò che vi è in questa realtà in cui sono mio malgrado ancora, è presenza di chi è in quanto è, il pur sempre lontano o vicino, il bene, il dio. Ma il significato delle cose o s’è nascosto o non sappiamo più capirlo nell’essenzialità, sì, ché tutte hanno del bene, una forma di bene comunque e da sempre non vediamo chiaro. Sì, lo hanno anche se suona spesso sgradevole o nocivo lo stare tra esse. Ma crederlo nonostante quest’evidenza, è da veri buoni, da santi! E tu mi sei lontana, o vicina, non lo so più! Questo mi sconcerta e mi fa angoscia. Amo disperatamente questa donna, è piccola, indifesa, eppure pretende di difendermi. Oh vero lo potesse e da me stesso! Sei in lei, sei lei? Sto qui a pormi le stesse domande di sempre e le risposte trovate, non soddisfano! E’ sera, anche della vita ormai e io ancora mi chiedo, “ cur deus homo”? Perché colui che è, ha voluto esserci in forma d’uomo? Sì qui tra noi, tu e lui in un momento storico preciso, e da allora per sempre rimasti o sempre stati, “deus absconditus”! Dove? In me, nella piccola donna che mi guarda con ardore di innamorata e con pietà di madre, ma anche in lui, quello accanto, in lei, quella appena dopo, nell’altro, in chi incontro e saluto o che è indifferente o ha volontà di diniego e di rifiuto, o vuol essere addirittura nemico! E cambia per me saperlo e la vita mi diventa più sicura? Cioè io so il “quia” di quell’evento, ma il “quare” posso al più intuire e mi chiedo, cambierebbe per me qualcosa ora e poi, saperlo anche vagamente, come son tutte le cose del cielo per l’anima mia? Forse è accaduto solo perché il figlio tuo potesse dirci chiaro, amate i vostri nemici! Egli lo fa, tu lo fai, voi amate fin i nemici! E noi non sappiamo ancora farlo! Non io almeno, e non so quanto la comune umanità in cui sto lo possa! Ma penso che da sempre l’uomo è così comunque amato, il più abbietto anche o sopratutto! Paradosso, mistero? Ecco si fa lontanissimo, nemico si fa di chi è il bene, e tu e il figlio tuo lo amate, nonostante o forse più ancora anche di quanto amiate chi tenta di conservarsi o farsi buono! E io mi son fatto vicino, come chi tenta di far apprezzare la sua amicizia, il suo interesse, il suo amore, ma poi ancora lontano, più lontano, come dispetto di non aver ricevuto chiara risposta, deluso! Una perenne altalena di vita, di scelte, di occasioni di bene o mancate o mal realizzate e poi l’aridità completa, il disinteresse anche per il bene personale che sempre viene se per altri lo si tenta. Sì, generoso fino al ridicolo della pena e della cura per tutti o in chiuso egoismo, anchilosato. Tanto da illudermi di star tra i più senza disagio, non più diverso, ma mediocre, uno comune chiuso in sé, che si contenta del poco o del molto che crede d’avere e che rinuncia al vero bene, irraggiungibile. Eppure in segreto timoroso di non essere più raggiunto dal tuo amore, sì, poi di nuovo ho sempre daccapo voluto correrti incontro. Ma dove, come, per quale via? Ma forse vero sono stato solo mediocre, eppure sempre lo stesso amato! E il mio atteggiamento sul comandamento nuovo, altalenante, ché, come molti, non voglio capirlo e tento di sottrarmi. Eppure vero non ce ne sono altri, almeno non di sì pregnanti, e trascurarlo rende inutile perfino l’osservanza stretta, virtuosa e da santi, del decalogo. Ecco, ci sono uomini che sperimentano su sé la carenza del credervi. Rimangono dubbiosi di fronte a tanta radicalità, si sentono inadeguati e preferiscono credere la vita virtuosa consistere nell’essere osservanti di ogni altra norma e pii, con lo star nei riti, tra quelli che pregano incessante, ottusi però se la nuova essenziale norma ignorano o trascurano, o la tacciono a sé e ai fratelli. E invece è richiesta la vita eroica! Sì, è questa nuova la norma che le riassume tutte! E poi chi è il nemico, sta dentro, sta fuori, qui, là, dove? E passa il vento, qui sconvolge, lì schianta, ottusamente! Passano gli anni, apparente sono nuove le situazioni, poi il solito accade. Cosa? Agisce il male banalmente, guasta e passa oltre, con conseguenze di rabbia, dolore, disperazione. E’ ora nascosto di nuovo, tace, ma c’è, sornione. E’ senz’altro il nemico! Ma a questo vivere nella minaccia sua, s’aggiunge la contumelia dell’orgoglioso, la prevaricazione del potente, la stupidità, l’insensibilità, la mancanza di umanità dei più. E poi per tutti anche per i più fortunati, l’abbandono, la vecchiaia , la morte. E saremo sicuro di nuovo lontani da te quando il nostro provvisorio stare, e precario, ci sorprenderà al suo scadere improvviso. Non abbiamo in fondo vissuto appena sebbene esposti al disagio e nel pericolo? E questa realtà tutta vive la lontananza da te, qui i disperati, là gli indifferenti e i gaudenti o i prevaricatori, quelli che aggiungono, perversi, male al male. Ma se è vero che ami il tuo nemico, che è il male stesso e chi lo nutre, ecco questo tuo nemico muore per il tuo amore, ma vivrà del tuo amore, fattosi pur’esso bene palese, solo bene evidente, come nascostamente forse già è, e non lo sappiamo, o troppo turbati non vogliamo saperlo! Tutto già s’affretta a te, tutto ritorna a te. E’ attratto e non sa, la sua ostinazione scema, la distanza si riduce e non s’accorge di caderti tra le braccia! Sì, tutto sta tornando, tutto vincerà e muterà l’amore se vero il figlio tuo è venuto a dirci,
diligite inimicos vestros”. Non so altro, non voglio sapere di più. Io credevo d’aver tanti nemici, in fondo ne ho uno solo e sta dentro, il dubbio! Finirà? Saprò vero amare, essendo amato? Sì, io sono amato, me lo dicono gli occhi di questa donna, che ancora mi ripete, finché ti guardo io, non ti potrai morire! Come la bella canzone romanesca. Oh sì, ti ripeto,
domina, ad adiuvandum me festina”!

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