lunedì 25 giugno 2012

Amore, dono per te

Dicono che il tuo Gesù uomo rimane rivestito della tua carne per amor tuo. E io che farò per amor tuo dalla mia povertà? Ecco, scema la mia vita e si dissolvono gli anni miei e se solo mi lasci, debole, sono smarrito!
Darti per amore, darti amore, un povero amore. Ma che so dell’amore? Tu il tuo mi dai, un amore che non investiga, grigio è il passato di ognuno, se non buio, con pochi barlumi, come il mio è stato. Chiuso ero in un egoismo ombroso, diffidente dell’umanità incontrata, schiavo del formalismo della scienza e delle sottigliezze da libri. Poi ho capito che amare è accettare l’altro qual’è, l’amore non giudica! Nella vita di ognuno scelte non limpide, abbagli per falsi luccichii, ma l’amore sa perdonare e scusare... Sì, l’amore tutto scusa, comprende, e tace. Non partecipa ad alcuno le debolezze dell’altro, ché non ne nascano pettegolezzi molesti nell’incomprensione degli ilari. Non chiede consiglio a chi non vive la vicenda e non può suggerire, è geloso di quel che sa, vuole custodirlo, proteggerlo, sa sempre il da farsi per il bene dell’altro e discreto provvede. L’amore non umilia mai, a volte suggerisce, cosa? Un comportamento, una via diversa, ma mai farà pesare quello che pensa sia erroneo, da rivedere, da correggere e dolcemente lo fa. L’amore non ha fretta, sa attendere! E pur verrà la reciprocità desiderata nell’affetto! L’amore è generoso, non ha scuse di prudenza, non ha falsi pudori, non accampa motivi di precarietà, quale sia l’epoca di vita vuol essere completamente e con dedizione per l’altro. Non esiste il più o meno, dà di se stesso di slancio, tutto. E se è così, se questo può fare nella generosità completa, vero piega a sé ogni cosa, la adatta, la coinvolge, la raffina, e il tempo persino dilata se s’è fatto esiguo, affinché incespi, faccia rigoglio, faccia froda, sì, anche là dove arido è un cuore, da umile, pianta gagliarda si faccia! E, raggiunta la sterpaia di duro cuore, ne vengano dai semi suoi, fiori! E l’amore sempre si rinnova, ché si nutre di sé, è un mondo di due, a parte, a sé, nascosto geloso, ché taluno non l’inquini e tenti d’avvizzirlo. Sì, nessun’altro lo può dischiudere, vi può vedere, l’amore è geloso! Oh santa gelosia! Ed è questo l’amore che ho ricevuto, da compagna semplice, chiara, tersa, che ancora si rosa di pudore, se le sto vicino, timida, supplice che le usi delicatezza, e s’imperla di lacrime se piccolo rimbrotto le faccio. Ecco, tutti i suoi capelli si sono ingrigiti, ma è sempre palpitante e nei momenti di tenerezza, ancora le tremano pure le parole. E se questo non è amore, io non ne so nulla e non posso donartelo, pur volendolo ardentemente, bella signora delle stelle, ma se lo è, il nostro dialogo dolce, vuole eternarsi e cerca intanto un posticino nella tua memoria, semmai il cuore tuo tocchi. E io che vero altro non ho, altro dono non ho per te, piccola donna del cielo, che i palpiti di questa piccola compagna, cui trepido aggiungo i miei, bizzarri talvolta. Sono essi per me? Sono per te! Sono per lei? Sono per te! Tu, che raccogli le vibrazioni degli astri di te innamorati, accogli fondendole in un unico canto, in un sol inno d’amore, queste piccole note aggiunte da cuori sinceri. E se prendi tra le mani quest’amore, mettilo subito nel cuore, ché non ti sfugga via, ché se dolce acqua raccogli,assetata in questa ottusa aridità d’affetti, essa desidera subito farsi parte di te! Forse così ricorderai tra le tue stelle questi poveri amanti che eros ed agape conoscono e anche ardore mistico divora quaggiù e permetterai si riconoscano, piccoli fiori del campo tuo diventati. Sì,fa che il nostro amore sia solo qui prologo di quello che sarà per noi là dove vivi, fa che non muoia questa speranza, ora che sera viene!

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