giovedì 23 ottobre 2014

Omnia admirari




Quando qui nel bosco, in mezzo a questa natura mi trovo, a me pare con l'ingenuità ritrovata in quest'ultima età, che tutte le cose vi ridano, affinché io le guardi per guardarmi. Come se in mezzo a una favola della mia infanzia io sia, in cui tutto, i protagonisti, uomini, creature e cose, recitavano la loro parte nella storia, tutte parlanti con consono linguaggio. Povere favole sospese fino ad oggi, nate per bambini più del consueto buoni e creduloni! E così mi sentivo e più ero in quell'epoca lontana, quando gli avvenimenti mi correvano incontro a sorprendermi quasi sempre non piacevoli, anzi amari, affinché abbandonassi del tutto, seppure residua v'era, l'età della spensieratezza per una di maggior consapevolezza dei fatti di qui. E poi arrendermi dovetti del tutto, vana la vita e cattiva in sé e anche per gli uomini, mediocri, cattivi e ipocriti, rari i buoni. E cercai un cantuccio per i sogni da tener lontano dalla vanità e banalità degli egoisti. Quando lo trovai? Sempre venivo risucchiato alla realtà in cui vero niente era nuovo, iniziata precoce la sofferenza mia, già dolorosamente provata nel cuore. Vero allora il nil admirari, d'oraziana saggezza. Perfino come stereotipi gli incontri e le storie dagli esiti scontati con le donne. Nihil sub sole novum, vero anche! Una ricordo che forte, ed ero e sono tutt'altro, mi voleva come il padre sognato, che invece latitante s'era reso dalla vita dei suoi! Un'altra più ancora, ché la so infelice, persa nei frammenti della sua memoria, che la mia fragilità, da cui mi veniva tanta sconsideratezza da smorzarle i sogni di ragazza, avrebbe forse dovuto capire e sopratutto scusare, e considerarla come occasione d'amore, come anticipo perfino della tenerezza dovuta a chi l'amava e al bisogno di protezione dei figli che forse le avrebbe dato. Ma poi venne questa piccola donna, tutta sogno in una ingenuità disarmante e ostinata innamorata contro l'evidenza della mia insufficienza e delle manchevolezze mie, che invece pareva dirmi a ogni sguardo, a ogni parola, omnia admirari! E io subito l'amai, dapprima nel segreto del cuore, temendo perderla come già m'era accaduto con le altre, perché le riversai tutto l'amore fino ad allora represso, e amata l'ho fin qui e l'amo pur ora! Il suo cuore fu il cantuccio della mia età matura? Forse sì, ché quelli insieme furono anni duri di molte infamie subite. Alle quasi si oppose altra donna tenace che sempre ricordo nelle mie preghiere, specie in quelle che la solitudine di questi luoghi mi suggerisce e di cui non so se più ammiravo la mente o la sua bellezza ormai quasi vinta dalla malattia e solo per chi, amandola, sapeva ancora vederla. E io la vedevo! Ecco proprio queste tutte le donne mie, anticipatrici di quella del cielo, delle altre più non so, né voglio. Ma questa mia piccola donna ha fatto di più di tutte, ha dato continuità e fatto rivivere il sopito e io fui e sono ancora uno che guarda nella meraviglia. E la meraviglia fa la mia gioia! Sì tutte le cose mi diventano motivo di gioia se ho l'occasione di star loro vicino o viverci accanto, si tratti pure di persone o situazioni che a loro mi legano. Solo così mi è possibile superare la sfiducia che mi segue nella vita a ogni passo, che me la fa ritenere vanità e vincere la stanchezza della monotonia del brutto e del male, che me l'insidiano. No, è bello tutto, è buono, è bene tutto come afferma sant'Agostino! E ogni cosa è nuova, non è già accaduta per ripresentarsi simile ancora, non è ripetitiva e va goduta come lì lì creata da quella del cielo per il diletto mio, suo amato. E tutte le novità che mi fanno gioia mi affollano il cuore e tutto è degno di ammirazione e fa interesse e amore. E allora a quella che da su mi guarda posso rivolgere una preghiera, non dalla solita disperazione, ma dalla gioia e dirle, non, Fagli o fammi questo, ma, Grazie di questo! E grazie della vita, perché c'è qualcosa di nuovo sotto il sole e vi sarà domani, se vederla vorrò. Niente ho perduto nell'attesa e nella speranza, ché, nonostante il passato buio, mi sono ritrovato, sono daccapo bambino, grazie alla donna che m'hai dato, e tutto mi fa meraviglia e la novità che irromper pare in questa natura mi fa sogno di lei, mi fa sogno di te, di quando con gli occhi tuoi la vedrò, come ora tu con i miei!

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