mercoledì 8 ottobre 2014

Il suo modo d'amarmi



Proprio come i passi di questa stagione, qui nel bosco dei tanti sentieri offerti ai solitari che vi si inoltrano, che si fanno felpati sulle foglie cadute, che ne ricoprono i ciottoli, anche se non del tutto silenziosi, ché il tappeto non è che appena formato e pioggia dal cielo tarda a renderle del tutto soffici e quelle talora scricchiolano un po', così i pensieri che la solitudine suggerisce non s'attenuano del tutto, ma a tratti qualcuno pare aver motivazioni più pressanti e si fa strada tra tanti appena accennati, proprio come a mente stanca talvolta accade, così come essa pigra si fa nella passeggiata, lenta in questi percorsi intricati. Quando la vita concede nella sua corsa simili pause ecco ne godiamo un po', avvertendo i pensieri più calmi nella libertà della pace, per poi daccapo tornare a quelli pressanti che temono, nell'incertezza, il male possibile a ogni ora. Essi fanno di per sé sofferenza, così come i miei passi solitari che, abbandonando il folto del bosco, rumoreggiano, attraendo l'attenzione, sullo stradello bianco e spezzando la sensazione di serenità di poco prima. Ecco sono tentato di tornare a farmi domande sul significato della mia vita e più ancora insidioso a chiedermi quale per tutti, se alcuno ci sia comune. E lo faccio come bove stanco trascina l'aratro, ché altri lo pungola e costringe a far novelli solchi su già faticato campo. Ma poi decido che guardare alla vita personale significa soffermarsi ai singoli tasselli di un grande mosaico e perdere la visione del tutto, ché quand'anche chiaro il progetto per se stessi, sempre sfugge il collettivo. E saperlo è invito per l'intelligenza al pessimismo. Ché c'è disparità di condizioni e quindi di sorte, e questa è affermazione ragionevole dettata dal guardare appena accanto a ciò che capita a chi ci è vicino o appena distante. Ogni epoca assembla il suo mosaico e l'insieme di tutti farà la storia dell'umanità e del suo travaglio, convivere col male! E v'è esperienza anche del bene, bello e suggestivo anche se raro e dai più sempre agognato e che mai par durare troppo. E tutti, quale la loro personale storia lo vedono passare rapidamente e sparire attorno a loro o dentro di loro a rendere precaria la speranza del suo ripresentarsi a breve, a meno che lo sfacimento suo non sia arrestato da una risorsa così particolare nella nostra specie, l'amore, che s'attende il bene da tutto, a ogni occasione, e permette l'ottimismo che aiuta la vita e arriva a pensare che il male, che l'insidia, possa ritirarsi per la vergogna d'agire tanto sfacciatamente, quasi fosse persona responsabile. Ecco, vivere si può d'amore per tutto. É illusione o una forza che perfino santifica l'esistenza? Sì, c'è proprio chi sa da dove viene tal forza, dal vero antagonista del male, il dio, e crede costui paziente, longanime, ma anche debole e succube per amore dell'uomo nell'affanno suo. E ora vero stanco di simili pensieri che pongono da sempre domande, senza univoca risposta, decido di tornare per gli stessi sentieri. Io ho un amore che m'aspetta e a lei penso e sarà inutile chiederle se almeno un po' m'abbia pensato. Direbbe che affannata s'è ai soliti mestieri la mattinata tutta, ha steso prima il bucato delle cose mie, poi ha provveduto ai miei gatti sempre famelici e alle galline che uova per me depongono se ben ne ha cura e le pianticelle nuove dell'orto, che invano attendono la pioggia ha dissetato, ché a suo tempo divengano verdure a me tanto gradite, poi che per me anche ai fornelli s'è occupata. Sì, tutto dice di fare nella prospettiva mia anche le cose di suo diletto. E io credo sia così, è il suo modo d'amarmi!

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