mercoledì 15 luglio 2015

Maria ha nome il mio sogno


Prigioniero sono degli occhi tuoi belli, che in questa tua icona tu pudicamente avvalli. Non rende questa la bellezza loro, né del volto, né della persona tutta, a me che vista t'ho in sogni anticipatori, spero, del mio destino, tu garante. Ma anche la sognata non è che imperfetta icona, come lo sono quelle di Raffaello, Michelangelo e di frate Angelico, ché c'è pur sempre un divario incolmabile tra la realtà inaccessibile ad occhio mortale e l'immaginato. E fin qui so bene cosa ho fatto, ho iniziato con la lusinga, tipico di ogni maschio innamorato che tenta approccio alla bella sua. Ma pure le donne di qui ben altro s'aspettano da chi le sospira, vogliono capire se fa proprio sincero incanto l'affermata unicità e la preziosità della loro persona. Ma tu leggi il mio cuore e ne sai la verità . Allora tento con te un approccio diverso, anche se alla bellezza tua tornare il cuore vuole. Sant'Atanasio afferma che il figlio tuo fu generato dal padre prima che il tempo fosse e da te nella carne, di cui dono gli hai fatto, che conserva da quando, dopo la morte, lo spirito divino lo ridestò restituendotelo. Allora io, che ti appartengo, anche se chiamato alla vita di qui da altra madre, spero in un destino analogo, che, ridestato, tra le braccia tue mi ritrovi. Io non oso pretenderlo dalla figura che ti vicaria visitando i miei sogni, ché temo, toccandola, che svanisca, ché già quasi diafana è, ma quando sarò realmente a te vicino, fa quello che madre fa, è questo il mio sogno! Io di te altro non so, ma so che vedere appena te è intravvedere tuo figlio, il dio. E capire appena di te è capire un po' del dio, ora e dopo, da una mente che, come la mia, sarà limitata anche nella ulteriore capacità donata. Ma fin da ora essa congettura che se il dio ha scelto te come sua manifestazione, non vuole essere capito che nel cuore, nell'amore, e tu qui parli con la bellezza tua sognata. E sognarla coglie il vero, quello che qui quasi mai è, specchio dell'anima è la bellezza esteriore, e tanto bella t'avverte cuore innamorato, come qui e di là nessuna! Nient'altro ha la stessa importanza, sarò nel dio se sondare col mio amore ne potrò, un po' almeno, il cuore, il tuo stesso, che il mio accoglierà. Sì, sei tu il cuore e l'amore del dio! Capirò allora quanto m'è stato vicino il figlio tuo già qui, terra in cui molti piangono, e che fin da bambino tu al cuore m'hai stretto e baciato le mie lacrime. Sì, mai capirò le ragioni del dio, le potranno forse un po' capire le menti già qui sublimi, così quella che egli tutti vuole oltre, ma attraverso una cruna, quella del male di qui, per la quale, sant'Antonio lo dice, a stento passa l'anima nuda, lasciato al di qua il fardello dei peccati e dei presunti meriti. Ma la mia passerà fremente d'amore! Sì, io di lui non so che per te, così già lo amo e molto, sì proprio innamorato di quell'amore che tu di lui svelarmi vuoi, ché pure io ti amo anche per quello che questa mia piccola donna significa di te. E poco importa se dovrò essere perdonato dei falli miei per vederti, sa attendere l'amore!

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